L’ archivio di Marina Jarre a Istoreto
Marina Jarre nel 1928, nel 1931 con la madre e la sorella e nel 1998
I figli della scrittrice Marina Jarre hanno donato ad Istoreto l’intero archivio della madre.
La donazione comprende le carte di Marina Jarre (n. Gersoni) nonché quelle di Gianni Jarre, Clara Coisson (ved. Gersoni) e Annalisa Gersoni (rispettivamente marito, madre e sorella di Marina), attivi nella Resistenza.
Il 23 settembre alle 11 nella Sala Memoria delle Alpi del Polo del ‘900 (piazzetta Antonicelli – Torino) è stata presentata la donazione alla stampa e alla cittadinanza.
rassegna stampa dell’evento
M. Baudino, L’archivio letterario di Marina Jarre donato all’Istituto della Resistenza, “La Stampa”, 19 settembre 2024 clicca qui
G. Favetto, L’archivio di Marina Jarre all’Istoreto storie di dopoguerra in lettere e foto clicca qui
servizio Tg regionale Riscoprire Marina Jarre: “Testimone del Novecento che parla all’oggi infiammato dalle guerre” clicca qui
Sono intervenuti alla presentazione:
- Paolo Borgna, presidente dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “G.Agosti”
- Marta Barone, curatrice delle opere di Marina Jarre e autrice della prefazioni alla riedizione de I padri lontani, (2021), Negli occhi di una ragazza (2022), Ritorno in Lettonia (2023)
- Pietro Jarre, che ha curato la predisposizione dei materiali donati
Hanno portato il loro saluto:
Domenico Ravetti, presidente del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte
Alberto Sinigaglia, presidente del Polo del ‘900
Marina Jarre è stata, nel dopoguerra, scrittrice, insegnante, consulente editoriale. Autrice di libri per ragazzi e di numerosi romanzi che riflettono il crogiuolo di influenze culturali e personali che segnarono la sua vita.
Nata a Riga a metà degli anni Venti da padre ebreo e madre italiana valdese, che in Lettonia insegnava italiano, traduceva dal russo e in casa parlava tedesco. Il nonno paterno lettone e la nonna russa; i nonni materni un po’ francesi e un po’ italiani. Portata di nascosto in Italia (nelle valli valdesi) a dieci anni, nel corso di una burrascosa separazione dei genitori. Il padre e la sorellina fucilati nel corso dello sterminio nazista degli ebrei di Riga. Con queste complesse radici, Marina Jarre fu una ragazza senza patrie che soltanto attraverso la scrittura trovò una patria in cui rifugiarsi: l’Europa intera.
Le sue carte – che oggi i figli donano ad Istoreto – costituiscono dunque una ricchissima testimonianza del Novecento europeo. Un patrimonio che Istoreto, particolarmente grato per questa donazione, si impegna e conservare, riordinare, inventariare, valorizzare e quindi mettere a disposizione degli studiosi (con gli eventuali vincoli concordati con gli eredi).