torna a pubblicazioni
Pio Bigo
Sopravvisuto a sette Lager
La storia di Pio Bigo ricostruita attraverso le sue testimonianze, con materiali tratti dall'archivio dell'Istoreto (fondo Carla Piana e fondo Archivio della Deportazione piemontese). Nel corso della sua vita, infatti, Pio Bigo fu intervistato in diverse occasioni e collaborò con le scuole, testimoniando nelle classi e accompagnando spesso gli studenti nei viaggi ai campi. L’Istituto conserva una delle sue prime testimonianze (rilasciata nel 1983) nell’Archivio della deportazione piemontese e molti video, che lo ritraggono sui luoghi della memoria, conservati nel fondo Carla Piana.
Pio Bigo nasce il 28 marzo 1924 a Druento (TO). Operaio meccanico, dopo l'8 settembre entra a far parte della Resistenza in Val di Viù. Il 9 marzo 1944 è arrestato dalle SS e dai fascisti della X Mas e portato a Lanzo Torinese. Da qui è trasferito al carcere Le Nuove di Torino, quindi alla caserma Cavalli (BG) ed infine, il 16 marzo 1944 è deportato a Mauthausen (trasporto Tibaldi n. 34). Giunge al lager quattro giorni dopo, viene classificato come Schutzhäftlinge (prigioniero per motivi di sicurezza) ed immatricolato con il numero 58719. Dichiara i mestieri di tornitore e meccanico. Dopo pochi giorni è trasferito al sottocampo di Gusen, verso la fine d'aprile 1944 al lager di Linz, poi ancora a Mauthausen. Tra il 1° e il 2 dicembre è tradotto ad Auschwitz, dove gli viene assegnato il numero di matricola 201561, ed in seguito a Monowitz. Nel gennaio del '45 i tedeschi in ritirata evacuano il campo e concentrano i deportati nel sottocampo di Gleiwitz. Nella notte tra il 25 e il 26 gennaio del 1945 è nuovamente trasferito a Buchenwald. Qui è immatricolato con il numero 123377. Classificato come Politisch (prigioniero politico), è liberato dall'esercito americano l'11 aprile 1945.
Berruti Barbara: Dal 1997 lavora all’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino svolgendo incarichi di riordino, valorizzazione archivistica e ricerca con particolare attenzione alla deportazione e alla rappresentazione della memoria sul territorio. E’ stata la coordinatrice scientifica per la parte italiana del progetto interreg "La memoria delle Alpi/Mémoire des Alpes" che si è concluso nel 2008. Nel 2012 è stata nominata vicedirettore dell'Istoreto.