Scioperi
del marzo 1943
L’8
marzo del 1943 scioperarono a Torino sette stabilimenti. Si
trattava del reparto tubi delle Ferriere Piemontesi, della
Fiat Ricambi, della Tubi Metallici, dei reparti meccanico,
serbatoi, verniciatura e montaggio della Fiat Aeronautica ,della
Zenith, della Guinzio e Rossi e della Fispa.
Tra
il 9 e il 10 marzo entrarono in sciopero i seguenti stabilimenti:
Società Nazionale delle Officine Savigliano, Pimet, Ambra,
Conceria Fiorio, Fast Rivoli e reparto laminatoi delle Ferriere
Piemontesi, Frig, Cir (Concerie Italiane Riunite), Borgognan
e Capamianto.
L’11
marzo in tutta la città si fermarono complessivamente dieci
stabilimenti, nove di questi per la prima volta: la Michelin,
la Lancia, gli stabilimenti Fiat del Lingotto e di Mirafiori,
l’Elettronica Mellini, lo stabilimento Riv di Torino, la Fantero,
la Savigliano e i due stabilimenti Schiapparelli e Setti.
Il
12 marzo si fermarono la Fiat Mirafiori, la Riv, la Fornare,
la Sigla, il lanificio Bona e la Fiat Lingotto. Il 13 continuavano
ad astenersi dal lavoro le maestranze della Fiat Mirafiori
della Fiat Lingotto, della Riv, insieme ai lavoratori della
Fiat Materfer, della Aeronautica d’Italia e dello stabilimento
Magnoni e Tedeschi.
Tra
il 15 e il 16 oltre si fermarono la Fiat Lingotto e la Fiat Mirafiori
, il Cotonificio Valle Susa, il Gruppo Finanziario Tessile, lo
stabilimento Ambra, la fonderia Borselli-Piacentini, lo stabilimento
lavorazioni industriali statali Sables, la Fergat, la Manifattura
Paracchi ed il biscottificio Wamar, seguiti, il giorno dopo dallo
stabilimento torinese della Snia Viscosa.
Sciopero
del 1° dicembre 1943
Il
1° dicembre 1943 si fermarono le maestranze la Fiat Aeronautica,
la Grandi Motori, le Ferriere, le Acciaierie e le Fonderie ghisa,
la Spa e la Fiat Materiale Ferroviario.
Sciopero
generale del 1° marzo 1944
Il
1° marzo del 1944,data dello sciopero generale, gli stabilimenti
torinesi chiusi dalla "messa in ferie" erano i seguenti:
Michelin, Tedeschi, Westinghouse, Savigliano, Snia Viscosa
di Venaria, Cir, Bertone, Schiapparelli, Martiny.
La
manovra della "messa in ferie" non coinvolgeva però tutti
gli impianti cittadini: Mirafiori, Lingotto, Fiat Materiale Ferroviario,
Grandi Motori, Viberti, Lancia, Elli Zerboni, Aeritalia, Riv,
Emanuel, Zenith, Ceat, Cimat, Rasetti , Venchi Unica, Borgognan,
restarono aperti, ma le maestranze interruppero il lavoro.
Anche
la Fiat Acciaierie, la Dubosch, la Microtecnica, la Fiat Ricambi,
la Fiat Spa e la Capamianto erano in funzione il 1° marzo, ma
qui la pressione delle autorità rese difficoltoso lo svolgimento
dello sciopero.
Il
2 marzo 1944, nonostante l’ordine di Zerbino di riprendere
il lavoro, scioperarono gli operai dei seguenti stabilimenti:
Zenith, Viberti, Ceat, Rasetti, Mirafiori, Lingotto, Riv, Fiat
Ricambi, Microtecnica, Grandi Motori, Fiat Materiale Ferroviario,
Emanuel, Viberti, Fiat ferriere, Fiat Acciaierie, Snia Viscosa,
Cotonificio Val Susa, Venchi Unica.
Tra
il 3 e il 6 di marzo il lavoro fu sospeso a Mirafiori, a Lingotto,
alla Fiat Spa, alla Fiat Materiale Ferroviario, alla Fiat Fonderie,
alla Fiat Grandi Motori, all’Aeritalia, alla Venchi Unica, alla
Borgognan, alla Snia Viscosa, alla Elli Zerboni, al Cotonificio
Val Susa, alla Zenith, alla Dubosch, alla Viberti, alla Riv, e
alla Fiat Ferriere.
Sciopero
del 15 giugno 1944
Dopo
Mirafiori le prime fabbriche a fermare i macchinari furono quelle
dell’intero gruppo Fiat (Lingotto, 4.000 operai, Ferriere, 6.000,
Fonderie ghisa, 1.800, Acciaierie, Fiat Materiale Ferroviario,
Grandi Motori, 3.100), seguite nei giorni successivi dagli operai
della Riv, della Rasetti, della Cimat, della Elli Zerboni, della
Lancia, dell’Aeritalia, della Incet, della Ceat, dell’Arsenale
Militare di borgo Dora, della Dubosch, della Viberti, della Zenith,
alla Bertone, alla Manifattura Tabacchi. I dati relativi alle
aziende entrate in sciopero sono reperibili in R. Luraghi, Il
movimento operaio torinese durante la Resistenza, Einaudi,
Torino, 1958, p.226/229.
Sciopero
del 21 novembre 1944
Il
21 novembre 1944 entravano in sciopero le maestranze della Fiat
Lingotto e Mirafiori, seguitenei giorni successivi (28 e 29 novembre)
da quelle degli altri stabilimenti cittadini: Fiat materiale
Ferroviario, Fiat Spa, Fiat Ferriere, Fiat Grandi Motori, Aeritalia,
Riv, Dubosch, Venchi Unica, Snia Viscosa, Capamianto, Tubi Metallici,
Ambra, Fiat Accieierie, Cimat, Rasetti, Viberti, Lancia, Ceat,
Nebiolo, Westinghouse. Dati reperibili in R. Luraghi, Il movimento
operaio torinese durante la Resistenza, Einaudi, Torino,
1958, p.254.
|