Storia Facendo

Spunti operativi per un percorso di storia a partire dalla prima classe della scuola elementare

CAPITOLO 5: ESEMPI DI PRATICA QUOTIDIANA IN CLASSE

5.1 GRIGLIA DI PROGETTAZIONE

Riproduciamo qui di seguito la griglia vuota per maggiore comodità di chi sia interessato a utilizzarla e proponiamo, di seguito, quella da noi compilata come guida al lavoro.

Dove trovi il testo rosa vuol dire che c’è una Proposta Operativa (P.O.) con la documentazione dell’esperienza specifica. Dove trovi il testo verde vuol dire che ci sono Strumenti Valutativi (S.V.)

Obiettivi

(per l’allievo)

Indicatori (comportamenti osservabili) -> Profilo d’uscita

Preconoscenze

(in un processo circolare sono le condizioni per affrontare il percorso e nello stesso tempo crescono attraverso il percorso stesso)

Attività/contesti

Strumenti/situazioni valutative

 

 
       



Obiettivi

(per l’allievo)

Indicatori (comportamenti osservabili) -> Profilo d’uscita

Preconoscenze

(in un processo circolare sono le condizioni per affrontare il percorso e nello stesso tempo crescono attraverso il percorso stesso)

Attività/contesti

Strumenti/situazioni valutative

(1)ASPETTO COGNITIVO
- Orientarsi nel tempo utilizzando alcune categorie temporali
(successione, ciclicità, cronologia, durata)

Il bambino aggiorna autonomamente il calendario

 

Il bambino scrive correttamente la data alla lavagna e sul quaderno nella formula estesa ed abbreviata

 

 

 

 

 

 

Il bambino riconosce la ciclicità e la durata di alcuni eventi significativi

 

 

Il bambino conosce il nome dei giorni della settimana, dei mesi e delle stagioni

 

 

 

Orientarsi nello spazio (ds/sn)

 

 

Riconoscere e copiare parole e numeri

 

 

 

Osservare e rilevare somiglianze/differenze.
Disegnare.
Attivare la memoria.
Percepire che un’azione inizia, ha una durata e poi finisce.
Percepire che alcuni eventi si ripetono nel tempo a intervalli regolari e quindi sono attesi.

 

Il bambino fa esperienza del tempo che passa attraverso il movimento di alcuni strumenti: Il bambino usa gli strumenti della “Parete del tempo” [vedi cap. 2.1]

 

 

 

 

 

 

 

 

Il bambino osserva e sperimenta la ciclicità:

-> della natura: giorno e notte, le stagioni [vedi cap. 5.2 P.O. 8]

-> del proprio corpo (ritmo sonno/veglia, azioni della giornata [vedi cap. 5.2 P.O. 2]

 

Osservare la capacità di aggiornare il calendario [vedi cap. 5.3 S.V.1 e cap. 5.3 S.V.2] usando gli strumenti a disposizione, di scrivere la data nella formula estesa ed abbreviata e di aggiornare l’agenda [vedi cap. 5.3 S.V.3 e cap. 5.3 S.V.4]

 

Uso di schede con situazioni simulate ove “Cercare l’errore

 

Osservare la capacità di ordinare alcuni eventi mediante l’uso di carte con immagini appositamente ideate [vedi cap. 5.3 S.V. 5]

 

A piccoli gruppi:
costruire/completarela ruota delle stagioni con disegni ricchi di particolari [vedi cap. 5.3 S.V. 6]

 

 

- Recuperare nella memoria le esperienze vissute, raccontarle rispettando la sequenza cronologica delle azioni, conseguire consapevolezza della loro importanza

Il bambino disegna un’esperienza vissuta a livello personale o collettivo.
Nel disegno devono essere riconoscibili:
-> l'ambiente
-> i personaggi
-> i particolari significativi
 

 

 

Il bambino racconta oralmente l’esperienza usando correttamente i termini: prima – dopo – poi – infine (collegamento con lingua)

 

 

 

 

Il bambino riconosce ed esprime l’emozione relativa all’esperienza vissuta

 

Essere consapevoli che i ricordi esistono e si possono recuperare

 

 

Disegnare usando pennarelli o matite colorate

 

 

Esporre oralmente:
- articolando i suoni in modo corretto e con tono di voce adeguato
- esprimendo frasi di senso compiuto
- aumentando il numero di vocaboli

 

 

 

Interpretare ruoli, situazioni ed emozioni usando l’espressione del viso, la gestualità e il movimento del corpo

Disegnare le esperienze significative per sé, per il gruppo classe.
Costruire un “Libro dei ricordi” riferito ad un periodo stabilito

 

 

Raccontare le esperienze cercando di farsi capire bene dai compagni

 

In piccoli gruppi:
- a turno ogni alunno racconta un’esperienza personale ai compagni che devono disegnarla con il maggior n° di particolari e poi spiegare il disegno.

- gli alunni drammatizzano scenette con parole o solo mimando le situazioni proposte dall’insegnante

 

Ogni alunno disegna un’esperienza vissuta a livello collettivo (devono essere riconoscibili: l’ambiente, i personaggi, i particolari significativi)

 

 

Rubriche di valutazione sull’attività [vedi cap. 5.3 S.V.14].

 

 

 

 

Osservazione dell’insegnante tramite griglia (di osservazione)

(2)ASPETTO METODOLOGICO
- Acquisire familiarità con la ricerca di informazioni

Il bambino si interessa alla realtà che lo circonda, attiva la sua curiosità e formula domande

 

 

 

Il bambino è in grado di cercare delle risposte in modo autonomo:
-> interpellando le persone giuste
-> usando strumenti a sua disposizione
-> procurandosi quello che gli può servire

Osservare e cogliere i cambiamenti nell’ambiente circostante

 

 

 

 

Riconoscere ciò che permane uguale

Cercare e riconoscere tracce e indizi

Essere motivati a conoscere cose nuove

Conoscere e usare il materiale e gli strumenti a disposizione

 

 

Il bambino è posto in situazioni adatte a stimolare la sua curiosità ed è sollecitato a formulare domande sulla realtà che lo circonda: uscite per osservare le stagioni con raccolta e classificazione dei materiali raccolti [vedi cap. 5.2 P.O.8]

 

 

 

 

 

Preparare un’intervista per raccogliere informazioni su un avvenimento, un personaggio, un luogo [vedi cap. 3.2.d, cap. 5.2 P.O. 10, cap. 5.2 P.O. 11 e cap. 5.2 P.O. 12]

 

Caccia alle somiglianze/differenze: posti di fronte a due foto dello stesso luogo scattate in momenti diversi, o a due oggetti, o a due persone, gli alunni elencano somiglianze e differenze
Il gioco del detective:
- gli alunni individuano tracce (naturali o artificiali) e capiscono chi o che cosa le ha lasciate
- data una serie di indizi, gli alunni immaginano che cosa può essere successo

 

 

 

Individuazione in una serie di strumenti messi a disposizione di quelli che possono essere utili per cercare le informazioni che servono [vedi “Ricostruire il passato” cap. 5.2 P.O.4]

 

(3)ASPETTO RELAZIONALE
- Acquisire procedure e regole del lavoro di gruppo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Comprendere la necessità di avere delle regole condivise per vivere e lavorare insieme agli altri

Il bambino riesce a lavorare in gruppo sperimentando e riconoscendo l’utilità di:
->lavorare con tutti i compagni
->parlare uno per volta
->ascoltare gli interventi dei compagni
->rispettare il ruolo assegnato
->collaborare attivamente per la buona riuscita del lavoro
->riconoscere i punti di divergenza
->risolvere gli eventuali conflitti con il dialogo

 

 

 

Il bambino argomenta le proprie posizioni e tiene conto delle opinioni dell’altro

Stare bene a scuola

Rinforzare il senso di appartenenza al gruppo

Ascoltare e comprendere

Intervenire rispettando i turni di parola

Comprendere ed usare segni e simboli convenzionalmente scelti dal gruppo di riferimento

Maturare il senso di responsabilità

Comprendere il vantaggio di collaborare per uno scopo comune

Imparare a differire nel tempo il soddisfacimento di un desiderio

Rinforzare l’autostima

 

 

Nelle discussioni di grupposi stabiliscono delle regole per intervenire a turno (i gettoni colorati, il microfono che passa, …)

Giochi per abituare all’ascolto ( in collaborazione con il laboratorio di affettività)

Giochi per esprimere e prendere coscienze delleemozioni proprie ed altrui (in collaborazione con il laboratorio di affettività)

La ruota degli incarichi settimanale: ogni bambino ha un proprio incarico da eseguire per il buon funziona mento della classe [vedi cap.5.2 P.O.4]

Giochi collettivi che richiedono il contatto fisico e il rispetto di regole.

Discussioni collettive per stabilire delle regole con-divise per la gestione di alcuni momenti della giornata (la biblioteca, la mensa, …)

 

L’insegnante rileva il comportamento degli alunni attraverso griglie di osservazione appositamente costruite. [vedi cap. 5.3 S.V.12].

 

L’insegnante compila un diario di bordo annotando la partecipazione, il grado di coinvolgimento, la capacità di ascoltare e di rispettare le regole da parte degli alunni

 

L’insegnante osserva la capacità di ricordare ed eseguire il proprio incarico in modo autonomo e preciso [vedi cap. 5.3 S.V.1 e cap. 5.3 S.V.3]

L’insegnante osserva il comportamento in palestra durante i giochi di squadra [vedi cap. 5.3 S.V.8].

Gli alunni sono invitati a costruire uno strumento di autovalutazione per visualizzare il rispetto di alcune regole condivise [vedi cap. 5.3 S.V.9 e cap. 5.3 S.V.10].

4) ASPETTO METACOGNITIVO: L’AUTOVALUTAZIONE

Valutare l’attività svolta

 

Migliorare le prestazioni

Accrescere l’autostima

 

 

Il bambino riflette sull’attività svolta; individua successi e difficoltà; esprime il proprio grado di soddisfazione; usa una simbologia condivisa per valutare il proprio lavoro e il proprio impegno

 

 

Ripensare l’attività svolta
Esprimere le proprie sensazioni
Cercare criteri condivisi per valutare
Scegliere una simbologia adatta e comprensibile
Esprimere valutazioni

 

 

Al termine dell’attività i bambini sono invitati a riflettere sui percorsi e sui risultati ottenuti confrontandosi fra loro (l’insegnante registra i loro interventi).
Si predispongono con i bambini delle semplici rubriche per valutare i lavori svolti (in un primo tempo solo il prodotto, poi anche il processo).
Si sceglie una simbologia condivisa di facile lettura per valutare i lavori.
Si invitano i bambini a verbalizzare e scrivere (se sono già in grado di farlo) le proprie sensazioni.
Si prevedono dei momenti di restituzione in cui vengono apprezzati i lavori

 

 

 

Produrre testi con riflessioni personali

 

 

Compilare schede di autovalutazione [vedi cap. 5.3 S.V.2, cap. 5.3 S.V.4, cap. 5.3 S.V.9 e cap. 5.3 S.V.10]


5.2 PROPOSTE OPERATIVE (P.O.)

In questa sezione si trovano una serie di proposte operative che il nostro gruppo ha sperimentato in classe: si tratta di documentazione di esperienze, unità di apprendimento, istruzioni per costruire strumenti. Rappresentano “la cassetta degli attrezzi” che può semplificare il lavoro quotidiano: ci auguriamo che possa esservi utile e soprattutto che stimoli la produzione di altro materiale da condividere per un arricchimento in progress.

P.O.1 La linea del tempo della giornata scolastica

La linea del tempo della giornata scolastica viene realizzata dopo la prima settimana di scuola. Nel periodo dell'inserimento nella scuola primaria, i bambini hanno una forte esigenza di conoscere come si svolge la giornata scolastica e di saper prevedere ciò che succederà dopo, ma soprattutto vogliono sapere quando arriverà la mamma o il papà.
Per tranquillizzarli e permettere loro di dominare l'ansia cerchiamo insieme di ripercorrere i diversi momenti della giornata e proponiamo ai bambini di costruire una linea del tempo relativa ad essa.
Programmiamo la linea seguendo i suggerimenti dei bambini. Dopo i primi giorni di scuola ricostruiamo con i bambini le azioni della giornata scolastica con una conversazione e con disegni. Mettiamo in ordine temporale le attività individuate. A questo punto facciamo rielaborare ai bambini quanto hanno detto e decidiamo di rappresentare i momenti della giornata con diversi colori.

Per la realizzazione della linea occorre una base di cartoncino lunga circa 150 cm e larga 15 cm, sulla base verranno incollate una accanto all'altra delle strisce di carta colorata (la cui lunghezza dipenderà dalla durata dell'azione rappresentata) corrispondenti alle parti in cui è divisa la giornata scolastica. Completiamo la linea con una molletta sulla quale abbiamo attaccato una macchinina realizzata con il cartoncino e animata da occhi mobili. Nel corso della giornata, insieme ai bambini, spostiamo la molletta lungo la linea ogni volta che cambiamo attività, fino all'ora dell'uscita. Questo movimento rende visibile e concreto, quindi più dominabile, il tempo che passa favorendo l'attenuazione dell'ansia.
All'inizio siamo noi che suggeriamo lo spostamento, poi saranno i bambini che gestiranno in modo autonomo la linea.

P.O.2 Le azioni della giornata: dal "diario di bordo" dell'insegnante

1a fase: ogni bambino ha a disposizione una striscia di carta (11 x 66 cm) piegata in modo da formare 6 caselle.
Consegna: «Disegna alcune azioni della tua giornata in successione iniziando da quando ti svegli».
Al termine le strisce vengono raccolte in un cartellone: osserviamo e commentiamo insieme.
Vedi gli allegati n°1 e n° 2

2a fase: propongo la domanda: «È più lungo il giorno o la notte?»
La discussione collettiva si svolge in cerchio. Ogni bambino è fornito di un gettone che deve “spendere” per il suo intervento. Io scrivo le loro risposte. (Risulta piuttosto difficile mantenere la loro attenzione fino al termine, dovrò escogitare qualche stratagemma!)
Vedi allegato n° 3.
Osservazioni: dalle risposte dei bambini mi sembra evidente l’importanza della percezione psicologica del tempo che passa attraverso le azioni, il vissuto. Da registrare e capitalizzare per il futuro, la proposta di un bambino di usare un misuratore (v. infra p. 43).
L’allungarsi naturale delle giornate ci ha fornito, in seguito, nuovi spunti di riflessione. La conclusione a cui, per ora, siamo giunti è che:

«le giornate sono più corte d’inverno e più lunghe d’estate».
Il vantaggio di aver tabulato le loro osservazioni è quello di poterle riprendere in tempi successivi per introdurre nuovi concetti, partendo sempre da qualcosa che in qualche modo appartiene al gruppo.


Allegato 1 Raccontate la vostra giornata

La tabella è da leggersi da sinistra verso destra

Vado a fare colazione

Vado a salutare la maestra e poi vado a posto

Faccio l’intervallo con Riccardo

Vado a casa della nonna a fare la merenda

Guardo i cartoni

Vado a dormire

 

Mi alzo dal letto a castello marrone

Vado in bagno a fare la pipì gialla

Vado di là a fare colazione con il tè e i biscotti

Vado giù dai cani Peggi e Wendy

Vado nell’auto nera con la mamma Marilena

Faccio l’intervallo con tutti i miei amici

Mi sveglio e faccio colazione

Andiamo a scuola

Faccio i compiti di lingua e di matematica

Mangiamo il primo e il secondo

Faccio l’inter-vallo e faccio cose belle

Dormo e faccio i sogni

Mi sveglio e mi stiracchio

Mi lavo le mani e la faccia

Faccio colazione

Vado a scuola e faccio lezione

Dopo cena vado al mio bar a giocare con mio fratello

È finita la giornata vado su a dormire

Faccio la colazione

A scuola studio

E faccio anche l’intervallo

E dopo vado a casa

Poi faccio cena

Poi vado a dormire

Mi alzo e vado a fare la pipì

Vado a scuola e lavoro

Faccio intervallo

Suona la campanella

Ritorniamo in classe e lavoriamo

Andiamo a casa

Mi sveglio

Faccio la pipì

Faccio colazione

Mio papà prende la macchina e mi porta a scuola

Torno a casa

Vado a dormire

Mi alzo alla mattina presto

Faccio colazione con latte e biscotti

In classe

do il buono

mensa

Faccio l’intervallo

Vado a casa e mi viene a prendere la nonna

Vado a dormire e mi leggo un libro

Stavo alzandomi

Appena ero andata in macchina

Eravamo in classe a fare i compiti

Eravamo in fila per andare in passeggiata

Siamo andati in palestra per giocare

Adesso torno a casa per dormire

Vado a fare colazione

Mi preparo la cartella

E scendo dalle scale

E poi papà mi porta al pre-scuola

Poi suona la campanella e usciamo dal pre-scuola

In classe saluto la maestra

Faccio colazione

A scuola studio

Faccio l’intervallo

Vado a casa

Vado a casa e faccio merenda

E dormo

Mi alzo dal letto

Vado a fare la pipì

Esco di casa

Vado a scuola

Salgo le scale

Sto studiando

Mi sveglio

Mio papà mi porta a scuola

Ritorno a casa

Vedo la chiesa

Vedo una casa prendere fuoco

Sono a casa e gioco con il mio dinosauro, poi dormo

Mi alzo

Mi lavo le mani

Vado in macchina

Vado a scuola

Scendo le scale

Torno a casa


Allegato 2 Osservazioni della classe

Molti bambini hanno disegnato solo la mattina
è stata scelta di più la mattina, la colazione
pochi hanno disegnato il pranzo e la cena
qualcuno ha disegnato l’intervallo
pochi bambini hanno disegnato i genitori
Maestra:Anche se le vostre giornate sono abbastanza simili, le vostre scelte sono state diverse, perché?
non facciamo tutti le stesse cose
ognuno ha le sue idee
non c’era tanto spazio e abbiamo dovuto saltare molte cose
abbiamo scelto le cose che ci piacciono di più
ogni bambino ha delle idee diverse e pensa cose diverse
le cose uguali non ci piacciono tanto, perché non ci distinguono
ognuno poteva scegliere quello che voleva
la nostra giornata si può raccontare invece di disegnare
era meglio non fare disegni, ma raccontare
Maestra: Alcuni bambini hanno avuto difficoltà a raccontare con le parole, perché?
raccontare è più difficile, è più facile disegnare
per disegnare la nostra giornata abbiamo usato la memoria
Maestra:Cos’è la memoria?
la memoria è nel cervello, ci fa pensare, venire tante idee, ricordare
Maestra:Cosa ricordiamo?
ricordiamo le cose che sono già passate, le cose del futuro si possono solo immaginare, pensare
anche sognare
maestra cos’è il futuro?

Osservazioni del gruppo di lavoro

L’allegato 1 si presta a diverse considerazioni valutative sull’orizzonte temporale dei bambini:

L’allegato 2 è un bell’esempio di meta riflessione; è vero, come fa notare un bambino, che la consegna era molto ampia quindi si poteva disegnare ciò che si voleva; il disegno può inoltre aver orientato la scelta, nel senso che gli eventi possono essere stati identificati non perché importanti, ma perché ritenuti più facili da disegnare.


Allegato 3

Possiamo dividere la giornata in due parti: il giorno e la notte.
Maestra È più lungo il giorno o la notte? Come possiamo capirlo?

è più lungo il giorno perché si sta svegli e abbiamo tante ore da passare, la notte ne ha poche, perché non si può fare niente
è più lungo il giorno, perché si fanno più cose, quando dormi passa meno tempo
direi che sono uguali, se dormiamo un po’ di più ci svegliamo quando gli altri sono già a scuola. Se giochiamo di più andiamo a letto tardi e dormiamo di meno
la notte è più lunga perché dura 6 ore. Si potrebbero usare le ore per misurare il giorno e la notte
il giorno è più lungo perché c’è più luce, di notte c’è meno luce
il giorno è più lungo perché di notte si dorme
sono uguali, perché se uno si svegliasse di notte potrebbe vedere le ore; si può dormire anche di giorno, perché c’è il pomeriggio
l’ora che si va a scuola è tanta, tantissima! Quando andiamo a casa se siamo stanchi dormiamo un po’. È più lungo il giorno e si fanno tante cose
la notte è più corta del giorno, perché dormo meno di quanto lavoro

Commento dell’insegnante: questa discussione mi ha fatto riflettere sulla “forza del vissuto personale” nel percepire lo scorrere del tempo. Mi sembra inoltre notevole (si tratta di bambini di prima elementare!) la proposta di usare un “misuratore”- le ore - per risolvere il problema in modo che vada bene per tutti. Quando, in futuro, la collega di matematica riprenderà il concetto, non sarà “calato dall’alto”.

P.O.3 Ricostruire il passato

L’esperienza che segue è un esempio di percorso che, attraverso la richiesta di un compito e la discussione collettiva, avvia i bambini a riconoscere le tracce e ad utilizzarle come fonti per ricostruire il passato.

Lunedì 19 marzo 2007
I bambini hanno lavorato divisi in due gruppi, il compito era:
«Cercare, in mezz’ora, di ricostruire quello che era stato fatto in classe nella settimana dal 12 al 16 marzo, utilizzando tutte le tracce che riuscivano a trovare».
I due gruppi hanno lavorato in modo diverso, il gruppo delle “aquile” è più organizzato, Francesco G. divide i compagni e assegna i compiti, vengono usati subito il calendario e l’agenda, solo alla fine della mezz’ora si avvicinano ai quaderni, li sfogliano, Chiara G. trova i lavori fatti, ma non riescono ad usarli come tracce.
Il gruppo dei “cavalli” è più disorientato, si muovono tutti insieme, prendono subito l’agenda, poi vanno al calendario, discutono a bassa voce, girano a vuoto. Non vedono neanche la scheda che hanno appoggiato sul banco su cui è indicata la data del 14 marzo.
Milena ad un certo punto scopre la data sul quaderno rosso, ora partono tutti a cercare. Si ricordano, ma non riescono ad organizzarsi bene. Ritornano al calendario finalmente in modo operativo.
Francesco “vede” la scheda sul banco, Kevin trova la pietra di Pollicino (Un ciottolo di vetro usato per un gioco matematico).
Quando oramai è scaduto il tempo, Francesco tira fuori un raccoglitore dall’armadio e dice: «Non abbiamo guardato nei quaderni! ».

Maestra: il lavoro di questa mattina era facile o difficile?
Alessandro: se non ricordavamo i giorni dovevamo andare a cercare
Giulia: è difficile perché devi ricordare delle cose che sono passate
Maestra: dovevate solo ricordare o anche fare qualcos’altro?
Francesco C.: era difficile perché non pensavamo tanto, ma se pensavamo dov’erano quelle cose, avremmofatto meglio.
Maestra: stateattenti, Francesco ha detto una cosa molto importante secondo me, ha detto «se pensavamo dov’erano quelle cose» cosa voleva dire…
Francesco G.: dovevamo trovare gli indizi
Kevin: è difficile trovare gli indizi perché sono nella mente e devi pensare
Maestra: ma quello che dovevate fare era solo nella mente, o c’erano anche delle tracce da cercare nella classe?
Alessia: era difficile perché non sapevamo metterci d’accordo su come cercare, poi abbiamo pensato alle date, ma abbiamo trovato solo il mattino non capivamo come trovare il pomeriggio
Viola: quando dovevamo trovare era difficile perché non sapevamo dove cercare, poi però abbiamo trovato
Leonardo: difficile perché dovevamo trovare cosa abbiamo fatto perché alcune volte ci dimentichiamo cosa abbiamo fatto
Milena: era un po’ facile e un po’ difficile, non era difficile, era un po’ così, fino a quando non abbiamo scoperto le date era difficile, poi è stato facile
Maestra: Milena ha detto quello che è successo nel suo gruppo, vuoi ripeterlo ai tuoi compagni
Milena: abbiamo scoperto le date
Maestra: dov’erano le date
Milena: nel quaderno rosso, nell’agenda, nel calendario, così era più facile ricordare
Maestra:quindi le date potevano aiutare anche Leonardo e tutti noi che facciamo fatica a ricordare
Francesco C.:se ci ricordiamo una cosa e poi troviamo un foglio con la data e quella cosa scritta, con un po’ di furbizia la possiamo scrivere sul foglio che ci hai dato.
Stefano: però alcune cose erano nascoste e non siamo riusciti a ricordarle.
Giulia:secondo me non era difficilissimo perché ricordavi, non so, oppure…
Francesco G.:oppure guardavi il calendario
Kevin:ci sono delle cose scritte che non riusciamo a usare
Maestra: ci sono tracce nella classe che possiamo usare per ricordare, altre no?
Chiara B.:non possiamo usare la lavagna, perché la lavagna si cancella
Maestra:è vero, noi ogni giorno scriviamo sulla lavagna, ma si cancella e non si conserva traccia di quello che avevamo scritto, brava Chiara.
Alessandro: la posta è una traccia che non possiamo usare perché è segreta.
Maestra: torneremo ancora sulle tracce, ora cerchiamo di vedere cosa avete scoperto nei due gruppi.

Nello spazio riservato al lunedì pomeriggio i due gruppi non avevano scritto niente.

Maestra: come facciamo a sapere cosa abbiamo fatto?
Andrei: guardiamo sull’agenda
Maestra: sull’agenda c’è scritto: palestra, inglese, matematica, posso scrivere sulla lavagna che avete fatto queste cose, siete sicuri?
Giulia: no, perché la maestra d’inglese non c’era!
borbottii varisì, no, guarda sul quaderno.

prendo il quaderno d’inglese, non c’è una data.

Maestra:guardo sull’agenda delle maestre, c’è scritto lunedì è assente la maestra d’inglese.
Alessandro: non c’è una data
Maestra:posso usare il quaderno d’inglese come traccia?
Alessandro e altri: nooo!
Maestra:possiamo vedere cosa avete fatto, ma non possiamo dire quando.
Nancy (la volontaria del servizio civile che è con noi per alcune ore): mi ricordo che lunedì voi eravate stanchi ed allora avete fatto meno palestra e non c’era inglese.
Maestra: di matematica cosa avete fatto?
Alessandro: niente.
Maestra:siete sicuri di non avere fato niente, dove possiamo controllare?
Alcuni rispondono: sull’ agenda
Maestra: sull’agenda c’è scritto solo matematica, non cosa avete fatto.
Alessandro: posso cercare nel quaderno blu (il quaderno di matematica).

Alessandro va a prendere un quaderno blu, prende quello di Preciouce.

Alessandro: dobbiamo cercare il 12 marzo
Maestra: abbiamo trovato delle schede fatte a marzo, ma Preciouce ha scritto solo marzo, possiamo usarle?
Francesco G.: no, perché non c’è il giorno

Sfoglio il quaderno, a volte compaiono i giorni, altre volte no.

Maestra: dobbiamo cercare un quaderno con le date.

Controlliamo cosa hanno scritto nello spazio riservato al martedì i due gruppi

Giulia e Chiara G. leggono cosa hanno scritto i due gruppi, l’informazione è stata presa dal calendario.
Maestra:l’informazione l’avete presa dal calendario, in quale altro posto avreste potuto cercarla?
Tutti rispondono: dall’agenda
Alessandro:(ha davanti il quaderno di Preciouce) dal quaderno blu!

controlliamo sul quaderno: 13 marzo, differenze tra paglia e fieno

Maestra: potevamoavere questa informazione dal calendario e dal quaderno blu.

Per il martedì pomeriggio, i due gruppi non hanno scritto niente.

Maestra: chi si ricorda cosa abbiamo fatto martedì pomeriggio?

Facciamo fatica a ricordare cosa abbiamo fatto martedì pomeriggio perché sul calendario abbiamo scelto di scrivere quello che avevamo fatto martedì mattina. dove potremmo trovare una traccia?

Milena: nel quaderno rosso
Giorgia controlla: il 13 abbiamo fatto la scheda dei versi degli animali
Maestra: ma il martedì pomeriggio abbiamo fatto solo quello?
Giulia: ci siamo divisi in gruppi e abbiamo lavorato sugli animali della fattoria.

Sbobinatura finita, non mi ero accorta che era finito il nastro.

Mercoledì
I due gruppi hanno scritto due cose diverse, uno ha scritto: «Prove Muse», l’altro «La scheda della ”p” », qualcuno aggiunge: «abbiamo scritto la filastrocca di Apelle», tutti la recitano.
Chiara G. aveva trovato la traccia sul quaderno rosso piccolo. Ashley, Leonardo e Gabriel vanno a controllare sul calendario cosa avevamo scritto.

Maestra: cosa abbiamo fatto al mercoledì pomeriggio?
Tutti rispondono: religione e alternativa è scritto sull’agenda.

Gheorghe si ricordava di avere fatto una scheda di religione, abbiamo controllato sul quaderno, ma lì non ci sono date. Abbiamo deciso di accettare il ricordo di Gheorghe e di altri, ma non è un’informazione certa.
Milena si ricorda che il gruppo di alternativa ha impaginato il libro della savana, tutti concordano.

Abbiamo proseguito analizzando il lavoro dei due gruppi per gli altri due giorni, i due gruppi avevano completato solo il mattino, usando il calendario o il quaderno.
Abbiamo sintetizzato il lavoro in una tabella, ecco il risultato:

La nostra settimana di scuola dal 12 al 16 marzo, classe IC, scuola “Fontana”
ricostruiamo quello che abbiamo fatto, quali tracce abbiamo lasciato delle nostre attività?

lunedì 12
martedì 13
 
16 mercoledì
 
14 giovedì
15 venerdì
Mattino:
siamo andati
alla GAM
(tutti e due i
gruppi)
 
Mattino:
abbiamo
fatto
scienze,
differenze
tra paglia e
fieno
(tutti e due
i gruppi)
 
Mattino:
scheda
bastimento
p
(un gruppo)
prove muse
(un gruppo)
filastrocca
Apelle
 
Mattino:
scheda
matematica
musica:
danza del
cavolo
(i due
gruppi)
 
Mattino:
scritto in
stampato
minuscolo
danza
( i due
gruppi)
 
tracce:
calendario
agenda
 
tracce:
calendario
quaderno
blu
 
tracce:
scheda
calendario
quaderno
rosso
 
tracce:
calendario,
quaderno
blu
 
tracce:
quaderno
piccolo
rosso,
agenda
Pomeriggio:
non avevano
scritto niente
· palestra
· matematica
 
Pomeriggio:
(non
avevano scritto niente)
ci siamo divisi in gruppi e
abbiamo
lavorato:
· versi degli animali
· animali della
fattoria
 
Pomeriggio:
un gruppo
aveva
scritto:
religione,
alternativa
libro della
savana
scheda
religione?
 
Pomeriggio:
prove
muse
disegno
della
classe
cortile
 
Pomeriggio:
posta
Pollicino
pietre
letto libro
della
savana
 
tracce:
agenda,
ricordo Nancy,
quaderno con
date
 
tracce:
quaderno
rosso
ricordo
Giulia
 
tracce:
agenda,
ricordi
Milena e
Gheorghe
scheda religione
senza data
 
tracce:
agenda
ricordi
maestra
Sandra
 
tracce:
calendario,
scatola
posta, una
pietra
 

P.O.4 La ruota degli incarichi

La ruota è formata da due cerchi di diversa circonferenza uniti con un fermacampione: sulla circonferenza esterna sono indicati gli incarichi (fra cui il calendario), sulla circonferenza interna i simboli dei bambini. Ogni settimana la ruota interna viene fatta ruotare in senso orario di un posto.

La ruota degli incarichi è particolarmente utile e gradita, suscita curiosità, interesse ed entusiasmo e offre l’opportunità di:

I simboli:il primo giorno di scuola è bene invitare ogni bambino a scegliere un simbolo che lo rappresenti. Il simbolo deve essere facile e veloce da disegnare, facilmente riconoscibile rispetto agli altri. Questa pratica, che risulta molto semplice e gradita, permetterà di costruire un codice interno che rafforzerà il senso di appartenenza ad un gruppo, potrà essere utilizzato dai bambini che non sanno ancora leggere per riconoscere i nomi dei compagni, per marcare i loro prodotti, ma soprattutto permetterà all’insegnante di registrare gli interventi dei bambini durante le discussioni senza perdere troppo tempo a scrivere i nomi. Inoltre costituirà un efficace esercizio di memoria per tutti. Il simbolo accompagnerà il bambino durante tutto il ciclo della scuola primaria.

È interessante infine osservare che confrontando i simboli scelti dai bambini nel corso di vari cicli si ritrovano sempre gli stessi e sono sorprendentemente simili a quelli usati dagli uomini preistorici, STORIA… FACENDO ci potrà essere utile.

P.O.5 Ricordi preziosi

Riportiamo la trascrizione di una conversazioni realizzata nella classe Prima della Scuola Fontana come esempio di percorso capace di attivare la partecipazione e la presa di coscienza (individuale e collettiva) sulla possibilità di ricordare e condividere i ricordi.

Quella mattina avevo letto ai miei alunni il libro Parole di latte di Silvia Roncaglia, il testo è un racconto in poesia che accompagna i lettori a ripercorrere la storia della loro crescita seguendo una traccia legata al latte, dai primi giorni di vita fino all’oggi. Le bambine e i bambini erano stati attenti e molto emozionati durante la lettura, il testo non è semplice così l’avevo riletto più volte cercando di capire cosa voleva comunicarci l’autrice. In questo modo è iniziata un po’ per gioco questa conversazione, è stato un “ricordare” affetti, raccontare e reiventare i racconti di altri, un momento di forti emozioni e condivisione. Insieme, sicuramente, non abbiamo fatto storia, ma abbiamo cominciato a saldare la nostra storia di gruppo, luogo dove ognuno poteva raccontare i suoi ricordi preziosi agli altri che condividevano e apprezzavano.

La conversazione è diventata un piccolissimo libro disegnato dai bambini e profumato di colonia per piccolissimi che è stato donato alle mamme.

Maestra:bambini, pensate bene a qual è il ricordo più vecchio che avete nella vostra mente. Pensate… prima della scuola elementare e prima ancora della materna e prima ancora dell’asilo…
Francesco C.: io mi ricordo che mio papà mi abbracciava sempre dopo che mia mamma mi dava da mangiare…( l’ho appena visto! I miei nonni hanno una foto che mi aiuta a ricordare.)
Leonardo: mi ricordo di quando ero ancora in Perù e giocavo con mamma e papà. La mamma ed il papà mi facevano le coccole quando ero piccolo.
Milena: il mio ricordo più lontano è quello di quando stavo nella pancia della mamma e aspettavo di uscire.
Francesco G.: mi ricordo che mia mamma mi abbracciava dopo che avevo fatto le gare con mio fratello.
Stefano: quando avevo tre anni ho visto due lucciole, una è caduta e poi si è spenta. Forse era stanca.
Giulia: io mi ricordo che quando sono uscita dalla pancia i dottori mi hanno dato uno schiaffo sul sedere per farmi smettere di piangere.
Gabriel: io mi ricordo quando ero nella pancia della mamma e stavo stretto, stretto e volevo uscire perché volevo conoscere il mio papà e la faccia della mamma. Quando sono uscito ciucciavo la mamma. Mia mamma appena nato mi faceva le coccole.
Gheorghe: mi ricordo che stavo nella pancia e giocavo con i pugni, davo i cazzotti nella pancia e stavo benissimo.
Sofia: io mi ricordo di come stavo dentro la pancia… dentro la pancia davo un po’ di calci perché volevo uscire, volevo vedere com’era stare nel mondo, vedere cosa c’era fuori.
Alessandro: mi piaceva stare nella pancia della mamma perché le rubavo il cibo.
Kevin: il mio ricordo più antico è quando stavo nella pancia della mamma, dormivo quasi sempre al calduccio e volevo uscire perché ero già curioso.
Alessia: ricordo che quando ero piccola non volevo stare nel passeggino, la mamma mi prendeva in braccio.
Loredana: la mamma, quando sono nata mi abbracciava e io sentivo che la mamma era contenta dal sorriso.
Andrei: mi ricordo di quando stavo nella pancia della mamma e mi mettevo raggomitolato e rotolavo e facevo anche il super-eroe.
Chiara B.: mi ricordo quando ero nella pancia e poi sono nata e mia mamma mi ha messa nel passeggino.
Ashley: ero nella culla, giocavo con i giochi molli, morbidi.
Giorgia: quando ero nella pancia della mamma giocavo con le mie sorelle che erano nella pancia insieme a me per farmi compagnia.
Chiara G.: mi piaceva tanto stare nella pancia della mamma perché davo i calci, era morbida. Non mi ricordo se volevo uscire o stare lì.
Preciouce: io mi ricordo che ero a casa, nel passeggino ed ero contenta, molto felice.
Simone: io mi ricordo che stavo nella pancia della mamma e mi divertivo a schizzare l’acqua. Poi tiravo i calci. Di notte la mamma andava a dormire, io mangiavo e poi andavo a dormire sott’acqua.
Viola: stavo bene con la mamma, appena nata mi dava da mangiare, ciucciavo il seno poi dormivo.
Riccardo: mi ricordo quando avevo un anno e mia mamma e mio papà mi abbracciavano e avevo un uovo di Pasqua grande e rosa.

P.O.6 Le chiacchiere del Lunedì

Primi passi sulla via della “ricostruzione storica”

Tutti i lunedì mattina, iniziamo la giornata raccontandoci cosa abbiamo fatto durante il sabato e la domenica.
Lunedì 27 novembre
Dopo le chiacchiere, ci siamo messi in cerchio, come facciamo quando dobbiamo discutere.
Maestra: secondo voi perché il lunedì mattina facciamo queste chiacchiere?
Francesco C.:perché così le maestre sanno le cose belle che facciamo.
Stefano: perché le maestre vogliono scriverlo per dirlo alle nostre mamme.
Loredana: per farlo sapere alle maestre, cosa abbiamo fatto… così almeno loro lo sanno.
Giulia: per conoscerci meglio, perché così sappiamo cosa fanno gli altri e diventiamo più amici.
Maestra: quindi Giulia non sei d’accordo con Francesco C.? Vediamo… tu dici che le chiacchiere servono a tutti così ci conosciamo tutti meglio, mentre lui dice che servono alle maestre, giusto?
Giulia: sì.
Maestra:voi cosa ne pensate?

C’è un attimo di indecisione, molte opinioni sono ancora legate ai rapporti d’amicizia, sembra di vederli pensare: io sono amico di Francesco, io di Giulia, sottolineo che è importante pensare a quello che si dice, non agli amici.

Gheorghe: io sono d’accordo con Giulia.
Alessia: io sono d’accordo con Giulia.
Stefano: io sono d’accordo con Francesco C.
Chiara B.: siamo tutti amici… raccontiamo agli amici.
Viola: sono d’accordo con Giulia perché ha detto delle cose belle.
Milena: sono d’accordo con Giulia.
Leonardo: sono d’accordo con Giulia.
Loredana: sono d’accordo con Giulia.
Alessandro: sono d’accordo con Giulia.
Stefano: se i bambini non vogliono dire alle maestre cosa hanno fatto, le maestre devono chiedere alle mamme.
Simone: lo dobbiamo raccontare alle maestre e anche ai compagni.
Maestra: quindi a tutti?
Sofia: sì, a tutti così ci conosciamo.
Preciouce: sono d’accordo con Giulia.
Ashley: sono d’accordo con Gheorghe.
Francesco: ma noi non ci siamo visti!
Maestra: ascoltatemi attentamente… soprattutto tu Francesco, se il racconto serve solo per le maestre, perché anche le maestre raccontano cosa hanno fatto il sabato e la domenica?
Bambini: per farlo sapere agli altri, a noi.
Maestra: allora possiamo dire che i racconti sono per tutti e non solo per le maestre?
Tutti: sì
Maestra: ascoltate ancora, il racconto serve solo perché così possiamo conoscerci meglio o c’è anche qualche altro motivo?
Francesco C.: per informarci, per dire che abbiamo fatto una cosa bella e per dire ai compagni cosa abbiamo fatto quando non ci siamo visti.
Maestra: ma ricordare quello che abbiamo fatto è facile o difficile?
Francesco C: difficile perché non possiamo ricordare tutto, possiamo confonderci e possiamo ripetere cose che hanno detto i compagni.
Stefano: difficile, perché se puoi fare un lungo viaggio… puoi non ricordarti più niente.
Maestra: vi ripeto la domanda… è difficile ricordare le cose che facciamo? E se è difficile, perché? (molte mani alzate, immediatamente) vorrei che tutti pensassero prima di rispondere.
Loredana: è difficile perché non si ricorda proprio tutto. Qualcuno può confondersi con quello che dicono gli altri.
Maestra: perché è difficile ricordare le cose che si fanno? Chiara, tu fai fatica a ricordare le cose che fai?
Chiara B.: sì perché mi ricordo solo qualche cosa.
Simone: faccio fatica perché sabato e domenica sono passati… Allora prima racconto la domenica e poi il sabato. E poi è faticoso perché uno deve pensare tanto.
Stefano: per me è difficile, non puoi ricordarti sempre tutte le cose, alcune le hai fatte e basta. Alcune, invece, le puoi ricordare perché sono quelle che ti piacciono di più.
Maestra:avete sentito quello che ha detto Stefano? Lui dice che è più facile ricordare le cose che gli piacciono. Siete d’accordo, è più facile ricordare le cose belle?
Tutti:sì.
Maestra: vi capita di ricordare anche le cose che fanno star male o ricordate solo le cose belle?
Stefano: ci piacerebbe dimenticarle. Se quando entriamo a scuola e raccontiamo dell’ospedale gli altri poi potrebbero sognarlo.
Giulia: è più facile ricordare le cose belle.
Maestra: perché, secondo te, è più facile ricordare le cose belle?
Giulia: perché ti viene l’allegria.
Maestra: secondo voi dove stanno i ricordi?
Giulia: nella testa e certe volte sono anche nelle foto e negli album.
Francesco C.: i ricordi stanno nel cervello, nell’immaginazione.
Maestra: ma allora perché è difficile ricordarsi tutto?
Francesco C.: perché ci confondiamo.
Stefano: sono mischiati nella testa.
Maestra: ascoltate i ricordi, sono collegati con il tempo?
Francesco C: il tempo passa, tu diventi sempre più grande e ti scordi, allora devi fare le foto, così poi le vedi e ti ricordi. Oppure scrivere un diario.
Maestra: ma allora scrivere può servire per ricordare?
Sofia: sì, avere un diario dei segreti
Viola: è difficile ricordare. Si ricorda con il corpo, il corpo sente… appena nata mia mamma mi dava sempre da mangiare…
Francesco G: si ricorda anche con i filmati. Qui siamo andati a ripescare, sollecitati da Viola, “I ricordi preziosi” (vedi lavoro precedente)

Si riprende

Maestra: dunque, voi avete detto che i ricordi sono nella testa, ma…
Viola: ci sono i ricordi anche nel cuore.
Maestra: Viola dice che ci sono i ricordi nel cuore… cosa vuol dire?
Viola: il cuore ricorda le cose che abbiamo fatto da piccoli.
Maestra: come la testa, quindi?
Viola: sì.
Giulia: ricorda i ricordi d’amore.
Loredana: il cuore mi sta ricordando Sara, un’amica dall’asilo.
Stefano: il cuore ti ricorda le cose che hai perso.

Molti ricordano amici, parenti, la scuola materna

Giulia: ti ricorda la vita, quando eri piccolo.
Maestra: molto bene possiamo dire che i ricordi stanno nella testa ma anche nel cuore, nelle foto, negli album e sono difficili da raccontare perché a volte sono confusi. Abbiamo visto che ci sono delle cose che ci aiutano a ricordare: le foto, i video, la scrittura.
Abbiamo scoperto che facciamo meno fatica a ricordare le cose belle.
I ricordi stanno anche nei disegni.
Maestra: quali sono le cose più difficili da ricordare?
Quando non fai niente.
Maestra: nella nostra classe abbiamo delle cose che ci aiutano a ricordare?
Giorgia: sì! L’agenda, il calendario, le presenze.
Chiara G. ed altri: l’elenco dei libri che abbiamo letto, le ruote, il libro dei compleanni, la posta e anche le nostre altezze.
Maestra: secondo voi le chiacchiere del lunedì mattina servono anche per imparare ricordare?
Bambini: sì!

P.O.7 La valigia delle vacanze

La "Valigia delle vacanze" è il compito delle vacanze, è preparata con cura nell'ultimo scampolo dell'anno scolastico. È una scatola di scarpe, o una busta capiente, o quello che si vuole, che viene portata a scuola, dipinta, corredata da un erbario costruito con i fogli di giornale e dalla filastrocca che descrive il compito.

Nella valigia della vacanza

metti in abbondanza

ogni cosa che ti piacerà

e che sia una curiosità:

fiori profumati

sassi colorati

piume d'uccello

foto di un pipistrello

nido abbandonato

filo d'erba di prato

conchiglia di mare


sabbia morbida da toccare

cartoline di posti strani

foto di… marziani

reperti interessanti

ricordi entusiasmanti

coda di serpente

acqua di sorgente

sogni paurosi

incarti fantasiosi

francobolli colorati

frutti appena nati…

 

Insomma tutto quello che troverai

e che con noi ricordare vorrai.

La filastrocca viene letta, insieme si esplicita e si delinea il compito, si parla della vacanza, si cerca di spiegare che la vacanza è il tempo di non scuola e che la valigia di può riempire stando a Torino come andando chissà dove.
Il compito è: raccogliere, ricordare, raccontare.

Il compito "Valigia delle vacanze" ha diversi obiettivi:

 

Il compito "Valigia" è un compito che diventerà rituale e che si ripeterà alla fine di ogni anno scolastico modificandosi col crescere degli alunni.
Per dare un’idea di quali siano stati gli esiti di questo compito ad inizio seconda, alleghiamo alcuni appunti del diario di un insegnante.
«In questo periodo abbiamo aperto le valigie delle vacanze. Si sono rivelate un materiale ricchissimo dal punto di vista narrativo, i bambini, tutti, si sono sentiti protagonisti, ognuno ha avuto un tempo ampio per raccontare, presentare il contenuto della propria scatola. Alcuni non l’avevano preparata, hanno quindi raccontato “una valigia dei ricordi”. Qualcuno ha costruito la valigia a posteriori, stimolato dai racconti dei compagni, ha capito ed è stato motivato al compito, Alessandro ha scritto un testo con l'aiuto della mamma per raccontare come erano state le sue vacanze. Abbiamo deciso di accettare tutte le valigie. Quelle con i materiali raccolti durante le vacanze, ci hanno permesso di riflettere insieme su quanto fossero utili gli oggetti raccolti per aiutare a ricordare.
Alcune valigie sono una raccolta confusa di oggetti. Altre sono raccolte strutturate, ogni oggetto è catalogato con il nome del luogo e la data. Altre ancora contengono i biglietti del treno, dell’autobus, fogli del pronto soccorso, cartoline datate. Abbiamo usato questi documenti per sottolineare l’importanza della data che ferma la memoria, della scrittura che aiuta il ricordo e il racconto.
Devo dire che le più interessanti sono quelle riempite con l'aiuto dei nonni, si vede la cura, il piacere del raccogliere e del raccontare, del trasmettere dei saperi. I nonni, con i loro racconti hanno introdotto memorie del territorio, ricordi di terremoti ad esempio, che sono diventati stimolo per altri ricordi, il terremoto in Perù di quest'estate ad esempio, d’incendi. Ci sono dei bambini che hanno dimostrato di avere uno spirito da raccoglitori, di ogni sasso, conchiglia, foglia ricordano luogo, momento della raccolta, emozione. Ogni bambino ha inventariato gli oggetti contenuti nella valigia.
Questi sono poi stati esposti in una mostra storico/geografica/scientifica, i racconti delle valigie sono stati raccolti in un libro, i vari reperti sono stati catalogati e sono diventati oggetto di lavoro scientifico. I genitori e i nonni sono stati invitati a visitare la mostra, restituzione di un lavoro che aveva bisogno di essere condiviso anche in previsione di future valigie».
Qui di seguito due testi tratti dal libro “Le valigie delle vacanze”, i racconti del bambino/a sono stati verbalizzati dall’insegnante e poi sono stati redatti dai bambini con l’aiuto della memoria scritta.

La valigia dei ricordi in bicicletta

Non ho portato la valigia, ma vi racconto cosa ci avrei messo dentro.
Sono stato al mare a vedere le lumache che dormono.
Ho fatto il bagno con il salvagente.
C’erano dei sassi rotondi come le caramelle.
Sono andato anche a Pinerolo, lì ho usato molto la bici in cortile.
Mi è piaciuto molto andare in bici.

La valigia dei profumi

Ho raccolto menta e lavanda, sentite che profumo! (I compagni dicono che: profuma di campagna, di aria buona, di pulito, di menta, di aria speciale, come un negozio di profumi, di fiori, di piante sane e profumate, secondo Sofia profuma come sua sorella).
Ho raccolto il trifoglio, la foglia di fragola, una foglia che dovrebbe essere di nocciolo, una di felce, una di acero, una di edera, il rosmarino, fiore di campanula e molte foglie che non so dire.
Ho anche raccolto un sasso che mi piaceva al parco giochi.
Nella mia valigia voglio mettere anche il ricordo di un gattino.
Ho raccolto tutte le cartoline che mi hanno mandato i miei amici e ho messo anche i biglietti del treno del viaggio per la Calabria.

P.O.8 Le stagioni:dal diario di bordo dell’insegnante

La prima preoccupazione è stata quella di proporre esperienze concrete che offrissero ai bambini l’opportunità di:

 

Abbiamo organizzato tre uscite (a novembre, febbraio ed aprile) la quarta (ed ultima) è prevista per la fine dell’anno. Ogni volta l’obiettivo era «Cercare le tracce della stagione e raccogliere degli indizi significativi».
I bambini erano forniti di sacchetto di plastica dove riporre i “tesori”.
Regole da rispettare: non strappare foglie o fiori, ma raccogliere solo quello che è già per terra; cercare di procedere in silenzio per non spaventare eventuali animali.

Il percorso è stato sempre lo stesso, abbiamo osservato la zona del bosco e quella dei campi e degli orti intorno alla scuola. Durante le varie uscite ho scattato fotografie cercando di mantenere le stesse inquadrature o di fotografare elementi nuovi e/o significativi per le nostre osservazioni.
In autunno la raccolta di indizi è stata particolarmente fruttuosa (castagne, ricci, funghi, noci, bacche, foglie, pannocchie …). In classe abbiamo osservato, descritto, classificato e seriato il materiale raccolto con intenti scientifico/matematici.

Al termine di ogni uscita i bambini sono stati invitati a raccontare ciò che ricordavano della passeggiata mentre io mi sono offerta di scrivere le loro osservazioni per ricordarle in futuro. Ogni bambino ha realizzato un disegno cercando di disegnare il maggior numero di particolari. I disegni sono stati da me riuniti in un grande libro (formato A3) con aggiunta di didascalie tratte dalle osservazioni fatte insieme. Anche le foto sono state organizzate in un libro con didascalie.
Ho poi realizzato un libretto individuale con la raccolta delle didascalie: è diventato un testo comune sul quale esercitarsi a leggere. Tutti lo hanno fatto piacevolmente, illustrando le pagine con disegni colorati.
I libri sono stati lasciati a disposizione dei bambini che li hanno sfogliati, commentati, hanno letto insieme le didascalie e li hanno portati a casa, a turno, per farli vedere ai genitori.

Questa attività offre l’opportunità di avviare il metodo della ricerca storica:


 

Azioni dell’ insegnante:

- scrivere le osservazioni dei bambini

- raccogliere le osservazioni in didascalie

- costruire un libro collettivo con i disegni

- costruire il libro delle foto con didascalie

- costruire libretti individuali con le sole didascalie

 

 

Azioni dei bambini:

- cercare il materiale

- ricordare e raccontare

- osservare e confrontare

- disegnare

- utilizzare i libretti per esercizi di lettura

- illustrare le didascalie (strumento per valutare la comprensione del testo)

Vogliamo sottolineare che questa è un’attività diluita nel tempo e quindi si avvale della maturazione delle capacità dei bambini. Le uscite abbracciano un intero anno e funzionano come strumento per rafforzare abilità in itinere. Le singole uscite hanno obiettivi specifici ma nell’insieme offrono l’opportunità di osservare un fenomeno che si compie in un anno. Per la verifica: “Disegno in giro” [vedi cap. 5.3 S.V. 6]

P.O.9 Il libro del primo giorno di scuola

Il libro del primo giorno di scuola è composto da diverse pagine preparate per raccogliere: una foto scattata il primo giorno di scuola commentata da un pensiero, un disegno con la didascalia che lo spiega, l'impronta della mano, una busta per conservare la striscia dell’altezza.
Ai bambini, in prima, viene chiesto di scrivere come sono capaci, l'adulto interviene solo per rassicurare o su richiesta esplicita.
Le pagine, una volta ultimate, vengono raccolte per comporre un libro che si intitola:

Il primo giorno di scuola di …..…..
Data .…..
Classe … Scuola …

La compilazione del libro verrà proposta ogni anno fino alla quinta.
Scopi di questa attività:

P.O.10 Le date di nascita - Intervista

L’ arrivo del nuovo anno ci ha stimolato ad avviare una discussione con i bambini sulla parola “anno”.
I bambini hanno espresso conoscenze in proprio possesso e formulato ipotesi…
Al termine della discussione la maestra chiede: «E voi in quale anno siete nati? Conoscete la vostra data di nascita?».
La maggior parte dei bambini dichiara di non sapere o non ricordare.
Allora la maestra chiede: «Come facciamo a sapere quando siete nati?”
«Chiediamo alle mamme, ai papà ,ai fratelli grandi, ai nonni»… rispondono i bambini.

Una volta recuperate la date di nascita di tutti, la maestra prepara dei post-it di un unico colore, ogni bambino andrà ad attaccare il suo post-it sulla striscia del tempo nell’anno in cui è nato.
Al termine dell’attività, la striscia del tempo rivela ai bambini una verità che li fa sentire più vicini e che rassicura «Siamo nati tutti nello stesso anno!».

P.O.11 La nascita del quartiere - Intervista

L’arrivo del nuovo anno è anche coinciso con l’inizio di un laboratorio teatrale sul quartiere Vallette, in cui ha sede il nostro Istituto e dove vive la maggior parte dei nostri allievi.
Nel primo incontro le esperte del laboratorio raccontano ai bambini un po’ di storia del quartiere e comunicano la data di nascita del quartiere:1958. Decidiamo di collocare questa data sulla nostra striscia del tempo.
Poi la maestra chiede: «Il quartiere è più vecchio di voi?
Chi può raccontarci com’era il quartiere visto che non c’eravamo?
I genitori ? I nonni?».
Nasce l’esigenza di chiedere, con un’intervista, la data di nascita dei genitori e dei nonni.
Dopo le interviste decidiamo un colore per la data di nascita dei nonni e uno per quella dei genitori.
Ogni bambino incollerà sulla striscia del tempo quelle dei suoi famigliari.

Al termine dell’attività apparirà chiaro che sono i nonni quelli che possono maggiormente aiutarci, inoltre sulla linea del tempo si vede chi è stato coinvolto in avvenimenti di altra portata come la guerra.
Riusciamo ad individuare le nostre prime possibili testimonianze.
L’esperienza di vita dei genitori, ma ancor più quella dei nonni, per la prima volta sarà rappresentata con un'altra modalità e restituita ai bimbi con un altro valore.

Esempio di intervista realizzata anno scolastico 2009/2010
(utilizzata per arricchire la linea del tempo. In seconda verrà ripresa per contattare fonti orali..)

Nome e cognome dell’intervistatore……………………………………………..
Data realizzazione intervista …………..

Mamma

data di nascita…………

luogo di nascita………..

da quanti anni vivi nel quartiere Vallette?......................


Papà

data di nascita…………

luogo di nascita………..

da quanti anni vivi nel quartiere Vallette?......................


Nonna materna

data di nascita…………

luogo di nascita………..

da quanti anni vivi nel quartiere Vallette?......................


Nonno materno

data di nascita…………

luogo di nascita………..

da quanti anni vivi nel quartiere Vallette?......................


Nonna paterna

data di nascita…………

luogo di nascita………..

da quanti anni vivi nel quartiere Vallette?......................


Nonno paterno

data di nascita…………

luogo di nascita………..

da quanti anni vivi nel quartiere Vallette?......................


Bis nonno/a


Bis nonno/a

Per il luogo di nascita precisare anche la provincia, regione e stato.
Fornire informazioni anche se si e’ stati in quartiere solo per un certo periodo.

P.O.12 La nostra scuola e quella dei genitori e dei nonni - Intervista

Intervista utilizzata nelle classi prime della scuola Fontana nell'anno scolastico 2006/07

Premessa

Alcuni genitori, nonni, bisnonni di alunni delle nostre classi avevano frequentato durante la loro infanzia la scuola Fontana. Ci è sembrato che questa fosse un'ottima opportunità per indagare il passato della nostra scuola anche attraverso l'aiuto di testimoni affettivamente importanti per i bambini.

Abbiamo aderito al progetto del comune di Torino Adotta un monumento adottando la nostra scuola. Il progetto prevede che gli alunni conoscano il monumento, lo descrivano, ne ricostruiscano la storia e presentino in una mostra finale aperta al territorio i risultati della loro ricerca. Abbiamo pensato di articolare il lavoro durante i cinque anni della scuola primaria.

Per prima cosa siamo andati in giro per la scuola con i bambini, l'abbiamo osservata. Tornati in classe abbiamo cercato di ricostruire quello che avevamo visto e man mano mettevamo dei titoli alle nostre osservazioni, che sono diventati le voci del questionario.

Le risposte collettive alle varie domande hanno “fotografato” la scuola di oggi.

Abbiamo poi chiesto: «Secondo voi, quando venivano a scuola i vostri genitori, i nonni, i bisnonni, la scuola era uguale?»

Lì sono iniziati i primi racconti: «Mia mamma mi ha detto, mia nonna…»

È stato proposto ai bambini di usare la traccia che avevamo usato per raccogliere notizie sulla scuola per intervistare i genitori, nonni, bisnonni che avevano frequentato la Fontana e che avevano voglia di venire a trovarci. Alcuni genitori, nonni e bisnonni sono venuti a scuola e sono stati intervistati. Altri, che non avevano la possibilità di venire a scuola, hanno riempito il questionario a casa.

I risultati del lavoro sulla scuola di oggi e su quella degli intervistati sono stati raccolti in un fascicolo e sono stati esposti durante la mostra che ha concluso le attività.

Alcuni intervistati ci hanno portato foto, pagelle, quaderni, penne, pennini, di quando andavano a scuola.

Siamo anche andati nell’archivio storico della scuola a cercare notizie sulla classe frequentata da una bisnonna (le abbiamo trovate).

Questionario sulla nostra scuola e sulla scuola dei genitori, nonni, bisnonni
Torino, …………………

La scuola

Quante entrate abbiamo?
Quante uscite abbiamo?
Come'è la nostra aula?
Come sono i banchi?
Come è arredata l'aula? (armadi, lavagne, scaffali, cartelloni, luci, cattedre, .)
Refettorio
Palestra
Cortile
Aula informatica
Aula scienze
Musica
Pre scuola
Corridoi, spazi
Servizi igienici

Le classi
i bambini, le bambine

Quanti siamo in classe?
Chi sono i nostri compagni (maschi, femmine, provenienza .)
Come siete vestiti?
Disposizione dei banchi

Gli adulti nella scuola

Chi sono?
Come ci rivolgiamo agli adulti?
Quante maestre lavorano con noi?
Come ci si rivolge alle maestre?
Quali materie insegnano?
Come sono vestite?
I genitori partecipano alla vita della scuola? come?

Organizzazione del lavoro

Quanto tempo stiamo a scuola, per quanti giorni la settimana
una giornata tipo: attività, giochi, pranzo
intervallo (quanti, quando, dove)
cosa si studia
come si studia
feste, momenti speciali
i voti
le pagelle
le punizioni

Gli strumenti di lavoro

Gli strumenti di lavoro
i quaderni come sono?
i libri
il diario
quali altri strumenti usiamo? (pennarelli, matite colorate, pennelli, strumenti scientifici, computer, televisione, ecc.)
cosa ti piace della scuola
cosa non ti piace della scuola
cosa vorresti fare che non abbiamo fatto
cosa non vorresti più fare

A questa ultima parte i bambini/e hanno risposto individualmente.

P.O.13 Osservazioni sugli usi del calendario (passato, presente e futuro)

Questa conversazione è conseguente ad alcuni fatti precedenti. Stefano il 29 novembre mi aveva detto: «Maestra, ma questa settimana non finisce» io avevo chiesto se erano sicuri che la settimana non finisse e dopo molte incertezze era venuto fuori che finiva il mese, ma che la settimana sarebbe continuata nel mese di dicembre.
Con la mia collega avevamo poi deciso di attaccare i tre giorni di dicembre che finivano la settimana prima di staccare i foglietti da sostituire con quelli del nuovo mese.
Il giorno precedente a questa discussione Anna, la mia collega, aveva distribuito ai bambini un avviso su cui erano indicate le date degli impegni di dicembre. L’avviso era stato letto insieme e i bambini avevano contato sul calendario per vedere quanti giorni mancavano alla visita alla GAM poi era suonata la campanella d’uscita.
Il mattino dopo ho riproposto il problema
(la trascrizione della conversazione è stata fatta da Laura, una tirocinante di scienze della formazione).

Maestra: bambini, vi faccio una domanda difficile… ascoltate! se noi guardiamo questo calendario vediamo che ci sono scritte delle cose, le cose del passato. ma secondo voi potremmo anche scrivere delle cose che devono ancora avvenire? cose che dobbiamo ancora fare?
Chiara B.: sabato e domenica sono uguali, solo che adesso siamo a dicembre… non possiamo scrivere perché se sbagliamo non possiamo cancellare.
Stefano: sabato e domenica… non possiamo scrivere perché non siamo a scuola. allora possiamo già mettere le casette perché siamo sicuri che saremo a casa.
Francesco C.: oppure al posto della casetta potremmo scrivere “casa”.
Francesco G.: giovedì andiamo alla GAM e potremmo scriverlo… forse però è meglio di no, per sicurezza.
Stefano: se noi scriviamo cosa abbiamo fatto, i bambini che sanno leggere e non ci sono venuti… così possono leggerlo.
Maestra: non ho capito, possiamo scrivere sul calendario che giovedì andremo alla GAM oppure no?
Giulia: conviene scrivere che siamo andati alla GAM quando ci siamo già andati.
Maestra: dunque, avete detto che il sabato e la domenica stiamo a casa e di questo siamo sicuri, quindi è possibile fare le casette o scrivere casa. Mi sembra che su questo siate tutti d’accordo.
Giovedì andremo alla GAM non ho capito se questo lo possiamo scrivere, ho sentito opinioni diverse? (nel sottofondo Stefano ed altri dicono che si può)
se posso scriverlo ditemi perché, se non posso scriverlo perché?
posso scrivere sul calendario che…

quando avverranno queste cose?
Bambini: nel futuro!
Maestra: allora possiamo scrivere il futuro?
Andrei: non possiamo scrivere sul calendario, perché se poi è una giornata brutta non ci andiamo alla GAM.
Maestra: andremo alla GAM anche se piove.
Francesco C.: possiamo scriverlo perché lo facciamo.
Gabriel: posso scrivere solo quello che ho già fatto, perché se no non lo sai.
Chiara G.: no, non possiamo scriverlo perché non siamo sicuri.
Maestra: ma sabato e domenica siamo sicuri che staremo a casa?
Francesco G.: sì e anche venerdì è festa e stiamo a casa… quindi possiamo già mettere la casetta.
Maestra: vorrei che tutti i bambini pensassero!
Stefano: prima dobbiamo vedere se veniamo.
Maestra è vero, venerdì è l’8 dicembre e staremo a casa, quindi posso disegnare la casetta

[segna con la matita la sagoma di una casa sul calendario].

Invece siete sicuri che su giovedì non scriviamo niente? non lo scriviamo perché non siamo sicuri.
Ma, possiamo scrivere qualcos’altro? cos’è che stiamo aspettando con tanta ansia… con il pazientino?
Bambini: il Natale!!
Maestra: Preciouce e Giorgia, ditemelo voi!
Preciouce e Giorgia: [silenzio]
Maestra: io vorrei dire una cosa molto importante, in questa classe ci sono dei bambini che parlano con facilità come per esempio Francesco C. ed altri, poi ci sono altri come Francesco G. e Giulia, che pensano un po’ di più e poi parlano… ci sono bimbi come Preciuoce, per esempio, che hanno bisogno di più tempo, che parlano con meno facilità. tutti però devono aver la possibilità di dire il proprio pensiero, va bene?! se però i compagni non stanno in silenzio e rispondono sempre loro, questi bambini che hanno bisogno di più tempo non potranno mai parlare.
Allora Preciouce mi dici cosa stiamo aspettando con tanta ansia?
Preciouce: il Natale!
Maestra: posso segnare sul calendario il Natale?
Preciouce: sì!!
Maestra: bravissima! posso quindi segnare il sabato e la domenica, poi anche il venerdì 8 dicembre perché siamo sicuri che staremo a casa e ancora il natale. Poi cos’altro?
Francesco G.: poi, da natale iniziano le feste lunghe.
Maestra: già, bravissimo! il 22 è l’ultimo giorno di scuola, proviamo a contare quante casette dobbiamo fare: 1-2-3-4-5-6-7-8-9… poi proseguiranno ancora a gennaio.
Abbiamo anche detto che non possiamo segnare il futuro (come andare alla GAM o al Trillo o scrivere della festa della luce…) perché non ne siamo sicuri!
Ma faremo le casette per i giorni che staremo a casa perché siamo sicuri delle vacanze.

P.O.14 Posizionare i cartellini delle stagioni: dal "diario di bordo" dell'insegnante

In alto, sulla parete del tempo, ho appeso una striscia di carta sulla quale indichiamo man, mano le stagioni. C’è una freccia che indica la stagione in corso, una freccia verso sinistra (precede) e una verso destra (segue)

Questa prima soluzione è stata scelta in un primo tempo non per rappresentare la ciclicità, ma per creare un collegamento con l’attività di matematica che si svolgeva in quel momento: l’acquisizione dei concetti “segue - precede” riferiti ai numeri.
I bambini stessi si sono accorti che «qualcosa non funzionava» quando siamo entrati in PRIMAVERA e la rappresentazione è cambiata

Ho chiesto ai bambini di proporre qualche soluzione disegnandola su un foglio. Le più interessanti (dal mio punto di vista) sono state quattro:

  1. 1) Proposta di Riccardo: -Togliamo l’autunno e spostiamo gli altri cartellini!

Questa proposta mi sembra coerente con l’idea iniziale.

  1. 2) Proposta di Michela (sceglie la rappresentazione verticale e usa le frecce in modo obliquo, ma non sa spiegare perché.)
  2. 3) Proposta di Eleonora (sceglie la feccia “segue” e orienta tutte le frecce verso destra)
  3. 4) Proposta di Zoe (usa la freccia "precede" e le orienta tutte verso sinistra)

Mi riprometto di riprendere la discussione più avanti. Penso anche di riproporre il problema fornendo ai bambini cartellini con le stagioni e frecce di cartoncino (per privilegiare la manipolazione). Lavoreranno a piccoli gruppi, la consegna sarà: Rappresentate come si alternano le stagioni. Chissà se qualcuno penserà di disporre i cartellini in cerchio? (per me sarebbe la dimostrazione che hanno intuito il concetto di ciclicità).

P.O.15 Gli strumenti del tempo - Discussione collettiva

Ho finito le interviste individuali ai bambini sugli strumenti del tempo presenti nella nostra classe. Su 23 alunni intervistati solo 4, la bambina certificata, un bambino rumeno arrivato a febbraio e due bimbe, sono rimasti spiazzati dalla prima domanda: Quali sono gli strumenti del tempo che abbiamo nella nostra classe?
Tutti hanno invece saputo dire a cosa serve il calendario mensile.
La mia ipotesi è che l’uso quotidiano degli strumenti abbia dato ai bambini una capacità manipolativa, a livello concettuale le abilità sono invece molto diverse.
Ero molto interessata a verificare cosa intendessero loro per “strumenti del tempo”, il fatto che quattro bambini fossero spiazzati dalla domanda mi ha fatto pensare che non fosse un significato condiviso. Ero poi intrigata dalla storia dell’orologio, segnalato solo da tre bambini come strumento del tempo. Per questi motivi ho iniziato questa conversazione.

Maestra: Nell’intervista sul tempo vi ho chiesto quali sono gli strumenti del tempo che abbiamo nella nostra classe, voi mi avete detto: calendario, agenda…
Secondo voi cosa vuol dire: strumenti del tempo, perché li abbiamo chiamati così?
Alessia: perché sono cose di tanto tempo fa
Maestra: Alessia ascolta, ti ripeto la domanda
Kevin: perché ci aiutano a riconoscere il tempo
Maestra: Mi spieghi meglio, perché non ho capito bene
Kevin: Ricordare quello che abbiamo fatto
Maestra Ci aiuta solo a ricordare quello che abbiamo fatto o ci aiuta anche per qualcos’altro?
Ashley ci servono a ricordare il tempo del sole, della pioggia
Milena: ci fanno vedere il tempo che passa
Maestra: Allora, Kevin ha detto che ci aiutano a riconoscere il tempo, Ashley ci aiutano a ricordare il tempo che c’è fuori, ho detto giusto? Milena che ci fanno vedere il tempo che passa.
Andrei: ci dice del passato, dei compleanni
Maestra: ascolta Andrei, ma i compleanni riguardano solo il passato
Andrei ci dice anche quando devono arrivare
Maestra quindi riguardano anche il futuro
Andrei: Sì passano e vengono, ci ricordano i compleanni che passano e vengono, passano e vengono
Danno il passato, ma anche il futuro
Francesco G.: invece l’agenda ci serve per scrivere le cose del futuro, del futuro della giornata
Maestra: Quindi noi abbiamo strumenti che ci servono su futuro immediato, quello della giornata e strumenti che si occupano di futuri più lunghi, secondo te l’agenda e il libro dei compleanni si occupano dello stesso futuro?
Francesco G.: No. Compleanni è il futuro più lungo perché devi aspettare il tuo compleanno
Chiara G.: il calendario serve anche perché se uno non si ricorda la settimana, la vede sul calendario, anche che mese è, la data.
Chiara B.: anche la fila, il cambiare posto
Maestra: Chiara ci fai capire bene cosa vuoi dire
Chiara: perché cambiamo posto, è passato tempo .
Maestra: Milena ho visto che facevi sì con la testa, sei d’accordo con Chiara?
Milena: sì perché ci spostiamo e allora è passato un mese, è passato il tempo
Gheorghe: l’agenda è uno strumento del tempo perché ci scriviamo quello che dobbiamo fare nella giornata
Leo: scriviamo sul calendario cosa abbiamo fatto, cosa abbiamo fatto ieri ad esempio
Maestra: secondo voi è essere utile ricostruire quello che abbiamo fatto nel passato?
Gli alunni rispondono in coro: sì
Maestra: perché?
Leo: ci aiuta a ricordare
Kevin: se non ci ricordiamo più cosa è successo un giorno, ci aiuta a ricordare
Maestra: Kevin non ho capito bene, vuoi spiegarti meglio
Kevin ci aiuta a sapere i giorni
Maestra: di quale strumento stai parlando?
Kevin della ruota dei giorni
Maestra: a cosa ci serve la ruota dei giorni
Kevin: a sapere che giorno è
Maestra: secondo voi perché abbiamo fatto la ruota dei giorni, la ruota dei mesi, perché abbiamo usato il rotondo?
Riccardo perché altrimenti non si capiva
Maestra: ascoltatemi che differenza c’è tra la ruota dei giorni della settimana e il calendario del mese? Perché uno è rotondo e l’altro no?
Francesco C.: questa qui, la ruota, mi dice che oggi è martedì, domani mercoledì, ieri era lunedì, l’altro ci dice che cosa abbiamo fatto
Maestra: Francesco, vai a vedere che giorno è oggi sul calendario
Francesco C.: martedì 29 maggio
Gheorghe: la data
Maestra: sulla ruota c’è la data?
Gheorghe: questa si gira, l’altra non si gira
Maestra: questo martedì torna di nuovo (ruota)
Tutti: sì
Maestra: il martedì 29 maggio 2007 torna di nuovo?
Tutti: no
Maestra: siete stati bravi, perché insieme abbiamo capito una cosa nuova. Francesco è andato a cercare il giorno sul calendario, ed ha detto la data, Gheorghe ha detto che la ruota gira e il martedì torna. Vorrei che Viola ci dicesse bene così vediamo se abbiamo capito
Viola: là sul calendario c’è la data, il nostro tempo, lì c’è il tempo che diventa passato, lì c’è il tempo che deve venire.
Leonardo: se qualcuno si dimentica qualcosa può guardare il calendario, la tabella delle presenze, sapere se quel giorno era a scuola, così può ricordare
Maestra: quindi gli strumenti ci aiutano a ricordare
Andrei: sapere in che mese siamo
Kevin: sapere le attività che facciamo
Milena: forse le ruote le avete fatte anche per farci capire, per farci imparare i giorni
Francesco G.: l’agenda ci serve anche per sapere il passato, quello che abbiamo fatto nel passato
Francesco C.: i giorni passati, la data, abbiamo anche il calendario giornaliero (blocco da cui stacchiamo un foglietto ogni giorno)

Prendiamo la scatola dei giorni passati

Maestra: Giorgia cosa sono questi?
Giorgia: i giorni della settimana
Maestra: cosa abbiamo messo nella scatola?
Giorgia: i giorni che sono passati
Tutti: il passato!
Maestra: quale passato?
Gheorghe: Il 2007

Preciouce con molta fatica, dopo che abbiamo guardato i giorni nella scatola, l’anno, riesce a dire che questo è il passato di quest’anno

Maestra: Ho un’altra domanda, tutti avete detto che fra gli strumenti del tempo in classe abbiamo: il calendario, le ruote, il calendario del giorno, il libro dei compleanni, le presenze, l’agenda…, solo tre persone hanno nominato l’orologio. Secondo voi l’orologio è uno strumento del tempo o no?
Molti: coro di sì. Fa vedere l’ora, sai che ora è
Francesco G.: ti fa vedere l’ora, ma se vuoi sapere del passato non lo puoi sapere…
Maestra: quindi l’orologio non ci dà informazioni sul passato e allora che informazioni ci dà?
Francesco G.: ci dice che ora è,
Maestra: quindi?
Francesco: ci dà informazioni sul presente, oppure anche sul futuro, mettiamo sono le dieci e fra un’ora saranno le undici, sai nel futuro che ora sarà.
Maestra: secondo voi perché solo a tre persone è venuto in mente l’orologio
Chiara G.: perché non lo usiamo quasi mai, mentre gli altri li usiamo sempre
Giulia: gli altri li usiamo spesso, li usiamo con le mani
Francesco C.: lo usiamo solo qualche volta per vedere che ore sono, non come il calendario dove ci sono tante cose
Francesco G.:l’orologio ci dà poche informazioni
Kevin: sono d’accordo con Francesco, il calendario lo usiamo, sappiamo usarlo.
Viola:ripete quello che abbiamo detto a Simone che è rientrato: solo tre persone hanno nominato l’orologio come strumento del tempo perché non lo usiamo tanto e non lo usiamo con le mani e poi ci dà poche informazione.

5.3 STRUMENTI VALUTATIVI S.V.

In questa sezione troverete alcuni strumenti costruiti per valutare le attività presentate che noi abbiamo costruito e sperimentato nelle nostre classi.
Sono degli esempi assolutamente migliorabili e soprattutto da adattare alle proprie esigenze professionali e al proprio gruppo di allievi. Non sono costruiti per quantificare, ma per raccogliere informazioni sui livelli raggiunti e aumentare la consapevolezza degli alunni, dell’insegnante e delle famiglie, affinché la valutazione non resti un processo oscuro, affidato alla “sensazione” dell’insegnante, ma stabilisca dei gradi, dei punti di riferimento lungo i quali muoversi per migliorare le proprie prestazioni.
Questo vale per:

Ogni insegnante si costruirà i suoi strumenti in base a ciò che desidera rilevare avendo ben chiari gli obiettivi da raggiungere, sforzandosi di descrivere i comportamenti attesi e di definire i livelli intermedi. Gli strumenti devono essere pratici e funzionali, adatti al modus operandi dell’insegnante e degli allievi che li usano, per questo vanno costruiti, applicati e modificati in un continuo processo di sperimentazione sul campo, coinvolgendo sempre gli alunni anche se sono piccoli.
I materiali che troverete qui di seguito sono ad uso degli insegnanti o dei bambini che si devono affiancare ad altri strumenti quali diari di bordo, registrazioni di interventi e discussioni, griglie per l’osservazione di alcuni aspetti individuati come significativi del percorso. Il simbolo "S.V. accompagnato da un numero progressivo si riferisce allo strumento indicato nella griglia pubblicata alle pagine38-42.

  1. 1. Rubrica per valutare la capacità di eseguire l’incarico calendario - Griglia ad uso dell’insegnante.
  2. 2. Rubrica per valutare la capacità di eseguire l’incarico calendario - Griglia di autovalutazione ad uso dell’ alunno.
  3. 3. Rubrica per valutare la capacità di completare l’agenda giornaliera - Griglia di osservazione ad uso dell’insegnante.
  4. 4. Rubrica per valutare la capacità di completare l’agenda giornaliera - Griglia di autovalutazione ad uso dell’ alunno.
  5. 5. Rubrica per valutare la capacità di ordinare sequenze - Griglia ad uso dell’insegnante.
  6. 6. Il disegno in giro - Attività di gruppo per verificare la conoscenza delle caratteristiche delle stagioni.
  7. 7. Rubricaper valutare l’abilità sociale: collaborare alla realizzazione di un compito - Griglia di osservazione ad uso dell’insegnante
  8. 8. Rubrica per valutare l’abilità di collaborare alla realizzazione di un compito - Griglia di autovalutazione ad uso degli alunni
  9. 8. Rubrica per valutare il comportamento in palestra durante i giochi di squadra - Griglia ad uso dell’insegnante
  10. 10. Rubrica per auto valutare il comportamento in palestra durante i giochi di squadra - Griglia di autovalutazione ad uso dell’alunno
  11. 11. Griglia di osservazione ad uso dell’insegnante per valutare il lavoro di piccolo gruppo
  12. 12. Griglia di osservazione della discussione in gruppo e collettiva, a cura dell’insegnante
  13. 13. Rubrica per valutare la capacità di orientarsi nel tempo ciclico della settimana - Griglia ad uso dell’insegnante
  14. 14. Rubrica per valutare la capacità di esprimersi oralmente – Griglia ad uso dell’insegnante

S.V.1 Rubrica per valutare la capacità di eseguire l’incarico calendario - Griglia ad uso dell’insegnante

Il livello no 1 si riferisce alla prestazione minima accettabile (sufficiente)
Il livello no 3 rappresenta l’eccellenza (ottimo)

Potrà capitare che l’allievo/a si trovi a livelli diversi per singole prestazioni e che la sua situazione non sia fotografata da un solo livello. L’informazione permetterà una raccolta di dati che rilevano lo sviluppo delle singole competenze nel tempo.

S.V.2 Rubrica per valutare la capacità di eseguire l’incarico calendario - Griglia di autovalutazione ad uso dell’ alunno

S.V.3 Rubrica per valutare la capacità di completare l’agenda giornaliera - Griglia di osservazione ad uso dell’insegnante

Il livello no 1 si riferisce alla prestazione minima accettabile (sufficiente), Il livello no 3 si riferisce all’eccellenza (ottimo) Vedi S.V. 1, annotazione

S.V.4 Rubrica per valutare la capacità di completare l’agenda giornaliera - Griglia di autovalutazione ad uso dell’ alunno

S.V.5 Rubrica per valutare la capacità di ordinare sequenze – Griglia ad uso dell’insegnante

Il livello no 1 si riferisce alla prestazione minima accettabile (sufficiente)
Il livello no 3 si riferisce all’eccellenza (ottimo)

Vedi S.V. 1, annotazione

S.V.6 Il disegno in giro - Attività di gruppo per verificare la conoscenza delle caratteristiche delle stagioni

Si divide la classe in gruppi non troppo numerosi (max 4 alunni).
Ad ogni gruppo si consegna un foglio e il nome di una stagione.
Si numerano i componenti del gruppo in senso orario.
Il compito sarà: disegnare un paesaggio nella stagione assegnata
Al via il n°1 inizia a disegnare, mentre gli altri osservano in silenzio.
Dopo un tempo stabilito (2 minuti) l’insegnante dà il “Cambio”.
Il foglio passa al n° 2 che continua il disegno per il tempo stabilito.
Al nuovo “Cambio” il foglio continua a girare e così di seguito finché tutti avranno disegnato.
Un secondo giro potrà servire per colorare il disegno.
Il gioco deve avvenire in silenzio.
Al termine il gruppo presenta il lavoro alla classe, si contano i particolari attinenti alla stagione, si eliminano le incongruenze.
I gruppi saranno valutati in base al numero dei particolari disegnati.
Al termine del lavoro sarà interessante chiedere ai bambini come si sono sentiti durante l’attività e discuterne insieme.

S.V.7 Per valutare l’abilità sociale collaborare alla realizzazione di un compito - Griglia di osservazione ad uso dell’insegnante

Il livello no 1 si riferisce alla prestazione minima accettabile (sufficiente)
Il livello no 3 si riferisce all’eccellenza (ottimo).
Vedi S.V. 1, annotazione

S.V.8 Rubrica per valutare l’abilità di collaborare alla realizzazione di un compito Griglia di autovalutazione ad uso degli alunni

S.V.9 Rubrica per valutare il comportamento in palestra durante i giochi di squadra - Griglia ad uso dell’insegnante

Livelli:
n° 1 -> obiettivo non raggiunto
n° 2 -> obiettivo parzialmente raggiunto
n° 3 -> obiettivo pienamente raggiunto
Vedi S.V. 1, annotazione

S.V.10 Rubrica per auto valutare il comportamento in palestra durante i giochi di squadra – Griglia di autovalutazione ad uso dell’ alunno

S.V.11 Griglia di osservazione ad uso dell’insegnante per valutare Il lavoro di piccolo gruppo

S.V.12 Griglia di osservazione della discussione in gruppo e collettiva, a cura dell’insegnante

S.V.13 Rubrica per valutare la capacità di orientarsi nel tempo ciclico della settimana – Griglia ad uso dell’insegnante

1° livello si riferisce all’obiettivo parzialmente raggiunto
2° livello si riferisce all’obiettivo raggiunto
3° livello si riferisce all’obiettivo pienamente raggiunto

Vedi S.V. 1, annotazione

S.V.14 Rubrica per valutare la capacità di esprimersi oralmente - Griglia di osservazione ad uso dell’insegnante

Il 1° livello si riferisce alla prestazione minima accettabile (C)
Il 2° livello si riferisce alla prestazione sufficiente (B)
Il 3° livello si riferisce all’eccellenza (A)

Vedi S.V. 1, annotazione