L'Istituto piemontese
per la storia della resistenza e della società contemporanea
[ sito ufficiale: www.istoreto.it
e-mail: info@istoreto.it
Il patrimonio originario dell'Istituto è costituito dalla documentazione raccolta dall'Ufficio Storico del Comitato di Liberazione nazionale piemontese arricchita dai cospicui versamenti effettuati via via da partigiani e deportati, oltre che da documenti appartenenti a organismi politici e da microfilm di carte americane, inglesi, tedesche, francesi. L'estensione dell'attività dell'Istituto alla storia del ventesimo secolo ha ampliato l'ambito tematico alla storia del XX secolo, con particolare riguardo a Torino e al Piemonte. La sua attuale consistenza è di circa un milione e cinquecentomila documenti, la cui descrizione appare nella guida agli archivi della Resistenza, pubblicata dal Ministero per i Beni Culturali nella collana degli Archivi di Stato. Se ne cura attualmente l'informatizzazione, con ISIS- Guida adattato dagli Istituti storici della Resistenza, consultabile sul sito [ www.insmli.it ]. Molte serie archivistiche sono oggetto di costruzione di banche dati. Ai fondi cartacei si aggiungono i documenti custoditi nella nastroteca e nell'archivio fotografico. Biblioteca [ vai alle pagine della biblioteca istoreto
]
Sulla solida base documentaria dell'archivio, si è radicata un'intensa attività di ricerca e di pubblicazione, che ha prodotto monografie sulla lotta partigiana in Piemonte, sull'antifascismo clandestino e sul movimento operaio durante la crisi del regime. Dagli anni ottanta, il campo delle ricerche si è allargato al periodo fra le due guerre (iscritti al Partito Nazionale Fascista di Torino; processi agli antifascisti) e al dopoguerra (analisi storico-sociologica dei nuovi ceti dirigenti; sentenze delle Corti di Assise e della Cassazione nei processi del dopo liberazione contro collaborazionisti e partigiani; ricostruzione e modernizzazione a Torino), ai temi di storia sociale, alla storia delle donne, all'analisi della composizione sociale del partigianato piemontese, alle elaborazioni della memoria collettiva. Alcune di queste ricerche hanno prodotto importanti banche dati. Accanto all'attività di ricerca, l'Istituto ha svolto una funzione di promozione culturale, con cicli di lezioni, convegni e mostre documentarie. Tra le iniziative più significative in questo settore sono da ricordare, negli anni '80, l'organizzazione scientifica della mostra "Un'altra Italia nelle bandiere dei lavoratori" (1981); l'allestimento delle sale "Antifascismo e Resistenza" del Museo nazionale del Risorgimento italiano in Palazzo Carignano; la mostra "Torino in guerra" (1995) e quella itinerante "Con le armi senza le armi" dedicata alla Resistenza in Piemonte (in collaborazione con gli Istituti della Resistenza piemontesi, 1995), la guida Torino 1938/45 e il relativo sito internet. L'Istituto collabora attualmente con la Città di Torino al progetto di costituzione di un Museo diffuso della guerra, Resistenza e Deportazione.
A partire dal 1977 è stato attivato un settore di ricerca sulla didattica della storia, con seminari annuali sulla metodologia dell'insegnamento storico, preparazione di "unità didattiche", di bibliografie, di banche dati, condotta anche in collaborazione con l'Irrsae (Irre), Provveditorato agli Studi, Enti locali. Tale attività è rivolta al mondo contemporaneo. Si ricordano i cicli di lezioni: - I linguaggi della propaganda: l'insegnamento della storia (1986) - L'assetto mondiale da Yalta agli anni Novanta (1991); - Identità nazionali della rivoluzione francese a oggi (1992); - La Costituzione dalla caduta del fascismo ai giorni nostri (1992/93); - Le maschere del razzismo (1993); - Donne e uomini nella storia dell'Italia contemporanea (1994); - Deportazioni, spostamenti di popolazioni, "pulizie etniche" nel secolo XX" (1996) - Nonviolenza nella storia (1996); - Repubblica, Costituzione e trasformazione della società italiana 1946-1996 (1997); - La fortuna del Risorgimento nella storia d'Italia (1998); - Dall' emancipazione delle minoranze religiose alle libertà costituzionali. Percorsi in cento anni di storia degli ebrei e dei Valdesi(1848-1948) (1998); - Storia, generazioni, territorio (2001/2002). In sintonia con le direttive ministeriali sulla scuola dell'autonomia l'Istituto propone da alcuni anni delle sperimentazioni nelle scuole che hanno come temi principali l'esplorazione storico- documentaria degli archivi scolastici, la storia delle donne, l'educazione alla legalità, cittadinanza e territorio, la preparazione al "saggio breve".
Attualmente l'Istituto si prepara a trasformarsi in un museo-laboratorio, che alla tradizionale funzione di ricerca e di aggiornamento unisca quella di luogo di memoria, presentato nella forma di un moderno museo di storia. La possibilità di compiere questo passo, che comporta la massima proiezione verso l'esterno del suo lavoro, è consentita dalla prospettiva di occupare il palazzo dei Quartieri militari di via del Carmine 13, destinato dalla Città di Torino a sede dell'Istituto e dell'Archivio nazionale cinematografico della resistenza. La compresenza in uno stesso edificio di una gamma assai vasta e diversificata di fonti preziose, da quelle cartacee a quelle filmiche, di biblioteche specializzate, di numerose banche dati, di attrezzature tecniche di vario tipo farà del palazzo un vero e proprio museo, che potrà avere una funzione pubblica e una proiezione verso la città grazie alla disponibilità di spazi idonei: innanzitutto uno spazio espositivo, collocato nel sottotetto del palazzo e collegato con due aule didattiche poste all'interno dell'Istituto sottostante e con la sala di proiezione dell'Archivio cinematografico. Tale struttura suggerisce un itinerario che dal limitato spazio museale da cui dovrebbe cominciare la visita del pubblico non professionale conduce in ambienti in cui vengono forniti strumenti di consultazione, ricerca, approfondimento guidato; da questi si può accedere, secondo le esigenze dei fruitori, alle fonti originali e agli strumenti della ricerca scientifica. La proposta che qui si delinea rappresenta un sistema integrato di tutela e di comunicazione che ci pare risponda alle esigenze della più moderna museografia: se questa chiede di risalire dal museo all'archivio, qui si suggerisce di collegare l'archivio al museo. Non ci nascondiamo che una struttura di questo tipo, con spazi molto contenuti per la "messa in scena" e indirizzati di preferenza allo studio e alla riflessione è cosa diversa dal museo quale è inteso nell'accezione e nelle aspettative comuni, e risponde piuttosto alle aspettative di un museo-laboratorio. Siamo consapevoli, inoltre, che questa proposta cerca di colmare una lacuna di riflessione e rappresentazione che riguarda tutto il Novecento.
Queste sollecitazioni dovrebbero essere offerte dalla città stessa, cioè da quei luoghi, visibili a chiunque, che sono stati teatro di eventi cruciali della sua storia passata, dalla persecuzione antiebraica alla deportazione razziale, dalle distruzioni della guerra alla tragedia dell'occupazione e della deportazione politica, dalla lotta clandestina all'insurrezione. Opportunamente valorizzati, alcuni di questi luoghi potrebbero costituire un "museo diffuso", articolato secondo un progetto agile e mirato, che farebbe riconoscere nelle sembianze attuali la sedimentazione del passato, suscitando il desiderio di conoscerlo o riscoprirlo. L'integrazione virtuale fra il museo diffuso e il museo-laboratorio quale è stato sopra delineato dovrebbe soddisfare le più diverse esigenze. È all'interno di questo progetto che è stata realizzata la guida Torino 1938-1945. |
|
|||||||
|
|||||||
|