Lisa Sergio, il lungo viaggio attraverso il fascismo
di Enrica Bricchetto

Sandro Gerbi, giornalista e storico, ha recentemente pubblicato, per i tipi di Neri Pozza, La voce d’oro di Mussolini. Storia di Lisa Sergio, la donna che visse tre vite .
Lo abbiamo intervistato e proponiamo qui di seguito tre brevi interventi video.
Nel primo gli abbiamo chiesto di fare un ritratto di Lisa Sergio, la radiocronista e giornalista, nata a Firenze nel 1905, da madre americana e padre napoletano. Conosce l’inglese e il francese come l’italiano. Fin da giovanissima decide di impegnarsi nel lavoro.
In questa prima clip Sandro Gerbi rivela immediatamente quanto sia interessante e avvincente la sua biografia, perché attraversa una parte del Novecento tra le due sponde dell’oceano Atlantico.
La prima fase della sua vita coincide con l’affermazione e la costruzione del regime fascista. Ha una madre fascista convinta e fin da giovanissima sceglie di lavorare e quindi di uniformarsi alle regole del regime che interpreta in modo attivo. In una lettera a Mussolini del 1927 – grazie alla quale otterrà una breve udienza – precisa che è iscritta all’albo dei giornalisti toscani e che, lavorando presso un settimanale in lingua inglese, intende dedicarsi alla propaganda del regime all’estero. Conoscere così bene l’inglese la rende quindi adatta a una professione che si afferma con la diffusione della radio, strumento potente di organizzazione del consenso.
E’ però della fine di luglio del ‘33 l’assunzione di Lisa Sergio da parte di Gaetano Polverelli, il capo dell’Ufficio stampa e propaganda del capo del governo, cioè di Mussolini per la traduzione e trasmissione in inglese del bollettino radio e delle cronache del regime. Ha un immediato successo come radiocronista e nelle sue carte – i Lisa Sergio Papers, conservati alla Georgetown University – ci sono articoli di importanti quotidiani stranieri a dimostrarlo.
Abbiamo chiesto a Sandro Gerbi perché la storiografia non si è mai occupata di Lisa Sergio.
Gerbi ha lavorato molti anni alla storia di Lisa Sergio e il libro restituisce una ricerca accurata.
La parabola di Lisa Sergio sotto il regime fascista va di pari passo con evoluzione dell’Ufficio Stampa e propaganda che dall’ 1 agosto del 1933 è diretto da Galeazzo Ciano, numero due del regime. L’ascesa politica del genero di Mussolini e la necessità del regime di investire sempre di più nella sua mediatizzazione, trasforma, nel 1934, l’Ufficio Stampa in Sottosegretariato alla Stampa e Propaganda fino a diventare ministero nell’estate del 1935, alla vigilia della guerra d’Etiopia.
Lisa Sergio può fare soltanto quello che fa ogni giornalista durante il regime, diventare un’interprete della “verità” che il regime vuole costruire e, fin dall’inizio, si dimostra ben più che una ligia traduttrice.
Le caratteristiche di un regime basato sulla direttive e sulle raccomandazioni fa sì che si possano leggere non pochi documenti di prima mano di e su Lisa Sergio: richieste ai responsabili del settore della radio, un fascicolo dell’Ovra intestato a lei, qualche discorso, poi diventato articolo. I due discorsi che definiscono l’ascesa totalitaria del regime, quello del 9 maggio del 1936 quando Mussolini proclama l’impero italiano e quello dell’ 1 novembre sulla costituzione dell’ Asse Roma – Berlino sono stati da lei tradotti, presentati e commentati. E’ presente agli appuntamenti più importanti del regime.
Come più volte sottolinea Sandro Gerbi, non per tutti i momenti sicuramente difficili che ha vissuto Lisa Sergio c’è una documentazione attendibile. Qualche volta la fonte è lei stessa e allora Gerbi non è sempre disposto a crederle.
Lisa Sergio ha un grande successo, il tono caldo della sua voce è molto apprezzato come la sua conoscenza dell’inglese. La stampa straniera parla di lei e riceve molte lettere di complimenti dagli radioascoltatori. E’ coinvolgente e aggiunge anche qualche commento personale ai bollettini, oltre a tenere per tre volte alla settimana un programma in lingua, per la promuovere la cultura, la musica e l’ arte italiana. E’ un personaggio noto in Italia e nel mondo anglossassone anche perché tiene delle ascoltate lezioni di lingua italiana.
Avviene però, una svolta nella vita professionale di questa intellettuale funzionaria che aveva dimostrato anche una certa creatività nell’ interpretare le direttive del regime – per tornare alla fondamentale classificazione sugli intellettuali del fascismo fatta molti anni fa da Mario Isnenghi.
Il 23 aprile del 1937 Lisa Sergio è costretta a dare le dimissioni e, grazie all’intervento di Guglielmo Marconi, emigra in America, dove inizia una lunga e interessante vita, di grande successo e, di nuovo, di non poche difficoltà.
Ma è stata licenziata perché, come lei stessa sosterrà, la svolta totalitaria determinata dalla conquista dell’Etiopia e dall’avvicinamento alla Germania, le ha fatto aprire gli occhi inducendola a fare affermazioni meno ortodosse, oppure a causa di un suo comportamento troppo disinvolto, aperto a far conoscere la sua relazione con Ciano? Insomma dava fastidio al regime per motivi politici o perché si temeva che potesse provocare scandalo? Su questo si concentra il terzo intervento video di Sandro Gerbi che ha come filo conduttore proprio il viaggio all’interno del fascismo di Lisa Sergio.
Nel libro, Gerbi trova qualche analogia tra Lisa Sergio e Indro Montanelli di cui ha scritto, insieme a Raffaele Luicci, una documentata biografia. Entrambi hanno privilegiato il verosimile al reale ma con grandi differenze, sui cui forse Gerbi avrebbe potuto essere più esplicito. Forse Lisa Sergio, nel tentativo di retrodatare la sua presa di distanza dal fascismo, fa un’operazione un po’ manipolatoria ma di fatto in America non può che compiere o completare il suo percorso di maturazione.
Di certo la sua esperienza americana, molto bene documentata nei Lisa Sergio Papers, rivela il profilo di un’intellettuale destinata a essere scomoda. Per chi leggerà il libro – scritto in modo scorrevole e accattivante – ci sarà la sorpresa di vederla accusata prima di essere troppo vicina al fascismo poi, dopo la guerra, di essere considerata antiamericana e comunista. L’FBI ha un fascicolo di più di trecento pagine su di lei. Dovrà ad un certo punto chiudere con la radio e di dedicherà a fare conferenze su temi sociali in giro per l’America e per il mondo. Lavorerà sempre e in America avrà una notevole fama. Qui, in Italia, si comincia con questo bel libro.
La voce di Lisa Sergio
A questo link si può ascoltare la voce di Lisa Sergio.
E’ una puntata del programma Let’s Take It Over, condotta da Lisa Sergio il 16 dicembre 1937 per la NBC a cui partecipa Eleanor Roosvelt. La trasmissione andava in onda ogni giovedì e Lisa Sergio ha intervistato donne affermate come Anne O’Hare McCormick o Mary Agnes Hamilton (ne libro di Gerbi il riferimento è a p. 130). La voce di Lisa è limpidissima.
A questo link la registrazione di una trasmissione del 20 giugno 1941 per l’emittente WQXR, molto prestigiosa e dedita soprattutto alla musica classica, in cui dal 1939 è assunta come commentatrice e ha una rubrica dal titolo Column of the Air. Lisa Sergio ci rimarrà fino al 1946.
Barbara Berruti, vicedirettrice di Istoreto e Enrica Bricchetto, ricercatrice di storia di didattica nello stesso istituto, hanno presentato La voce d’oro di Mussolini. Storia di Lisa Sergio, la donna che visse tre volte, il 15 dicembre del 2021 al Circolo dei lettori. Per tutte le info clicca qui.
Galleria di immagini
Le foto dalla 1 alla 4 sono databili tra il 1937 e il 1946; nella foto 5 Lisa Sergio è a Larchmont in attesa del treno per NY, nei primi anni ‘40; la foto 6 – in cui Lisa Sergio è con Hellen Keller, ospite del suo programma Let’s Talk it Over per la NBC – è del 24 febbraio 1939; la foto 7 è del 15 giugno 1963 e la ritrae con Martin Luther King al Keuka College, stato di New York.
Tutte le foto sono depositate presso gli archivi della Georgetown University, nei Lisa Sergio Papers. Per esplorare il fondo clicca qui.