La fotografia amatoriale nella Resistenza italiana. La guerra del partigiano Ettore Serafino (1940-1945)
In chiusura del 70° anniversario della Liberazione, il progetto ha avuto l’obiettivo di realizzare uno studio e un libro per riflettere sulla scelta antifascista fatta da migliaia di giovani italiani cresciuti sotto il regime nei venti mesi tra l’8 settembre 1943 e il 1945, valorizzando un patrimonio di documentazione visiva unico per la storia della Seconda guerra mondiale e della Resistenza italiana: le fotografie scattate tra il 1939 e il 1946 dal fotografo amatoriale Ettore Serafino, classe 1918, prima soldato del Regio Esercito dopo partigiano in val Chisone (Torino), che nel dopoguerra rivestì ruoli di rilievo nella Chiesa Valdese.
Le immagini del fondo ben si prestano a fornire a un pubblico eterogeneo un racconto “dal basso” della guerra e della Resistenza. Esse concentrano l’attenzione su numerosi percorsi biografici di partigiani, anzitutto quello dell’autore degli scatti, e sono una fonte non solo scarsamente utilizzata dagli storici che studiano questo periodo, ma anche poco valorizzata in chiave divulgativa: le fotografie di quegli anni sono state infatti spesso usate come mero compendio illustrativo di molti progetti divulgativi che ne hanno così sottostimato le potenzialità.
Attraverso un’attività integrata di divulgazione, comunicazione, ricerca e archiviazione digitale, il progetto ha avuto l’obiettivo di fornire strumenti originali per la comprensione della storia del fascismo, della guerra e della Resistenza grazie all’utilizzo dei documenti fotografici e alla presentazione di biografie di persone comuni, in grado di fornire una lettura “dal basso” dell’esperienza bellica delle giovani generazioni. In particolare, l’uso dei linguaggi visuali ha permesso di sperimentare forme di comunicazione storica rivolte soprattutto alle più giovani generazioni.
La ricerca ha portato alla pubblicazione del volume Una memoria per immagini: Guerra e Resistenza nelle fotografie di Ettore Serafino di Alessandra Giovannini Luca e Davide Tabor (FrancoAngeli, 2017)
Il progetto è stato sostenuto con i fondi dell’ Otto per Mille della Chiesa Valdese